
Il luogotenente Bernardo Aiello
Cinisello Balsamo (Milano), 24 luglio 2020 - "Da domenica l’Arma dei Carabinieri risulta più povera. Ha perso, per raggiunti limiti di età, un grandissimo comandante, conosciuto fino ai livelli più alti della nostra Istituzione". Comincia così la lettera che un allievo maresciallo dei carabinieri ha voluto scrivere a Bernardo Aiello, che fu suo comandante parecchi anni fa e che è divenuto suo ispiratore nella carriera nell’Arma, ma anche nell’etica di servizio e di vita.
Bernardo Aiello, oggi congedato con il grado di luogotenente e il titolo di cavaliere della Repubblica conferito esattamente un anno fa, si è commosso leggendo le parole di un suo carabiniere molto più di quanto era accaduto nei discorsi ufficiali di questi giorni. "Le testimonianze di affetto dei carabinieri che hanno lavorato con me sono il segno che il mio lavoro non è stato vano, ma continuerà anche attraverso il loro impegno – confessa Bernardo, che per la prima volta in tanti anni ha smesso la divisa per indossare i panni del nonno -. Ho sempre amato i valori dell’Arma e sono felice di essere riuscito a trasmetterli". Domenica, nel giorno del suo 65esimo compleanno, ha lasciato la caserma di Cinisello Balsamo dopo 13 anni di comando ininterrotto e dopo 45 anni di servizio che, guarda caso, erano cominciati proprio a Cinisello Balsamo dopo una breve parentesi al carcere militare di Gaeta, dove si era occupato di controllare il colonnello Herbert Kappler nella sua ora d’aria.
"Ricordo ancora il giorno in cui arrivai a Cinisello, il primo settembre del ’75, fu l’amico Giacomo Sessa ad aprire la porta della caserma – racconta Aiello –. Non posso dimenticare il primo impatto con la città: l’arresto di un personaggio noto che faceva furti in appartamento e che bloccammo in via Guardi". In 45 anni ha assistito alla metamorfosi di quella che ha sempre considerato la sua città adottiva. "Sebbene negli anni ho potuto prestare servizio a Sesto, Brugherio e Monza, Cinisello non l’ho mai dimenticata. Il giorno in cui ho saputo che si liberava il comando della caserma, mi sono proposto. pur sapendo che era considerato un territorio difficile. Questi 13 anni di servizio hanno dimostrato che è stata la scelta giusta e devo ringraziare a tutti i miei superiori che negli anni mi hanno guidato nel migliore dei modi".
Anni vissuti tutti d’un fiato in una delle caserme più operative d’Italia, ma sempre interpretati con il piglio del buon padre, attento prima di tutto ai suoi uomini e poi ai cittadini che ha sempre ascoltato e aiutato. "Devo confessare che ogni successo è stato un successo della squadra e mai del capo o di un singolo", tiene da dire. Il ricordo più bello? "Due anziani che mi chiesero di rintracciare la figlia che non vedevano da anni – dice –. In tre gironi i miei uomini l’hanno trovata. Il ricordo del loro abbraccio ancora oggi mi commuove".
Bernardo Aiello è tornato alla vita del civile, a vivere in Brianza con la moglie che lo ha sempre seguito, mentre i due figli Angelo e Luca hanno intrapreso la carriera nell’Arma, rispettivamente maresciallo e vice brigadiere.