Bresso, vasca di laminazione: la Cassazione dà ragione al Comune

Annullata la sentenza del Tribunale delle acque. Ora l’iter per realizzare l’invaso deve ripartire nuovamente

Una protesta del comitato "No Vasca"

Una protesta del comitato "No Vasca"

Bresso (Milano), 31 ottobre 2019 - La Corte di Cassazione dà ragione al Comune di Bresso e annulla la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, che ne aveva bocciato il ricorso sulla "Via" (Valutazione di impatto ambientale) delle acque del Seveso nella vasca di laminazione, nel settembre 2017. Come lo scorso agosto per il SuperCondominio di via Papa Giovanni XXIII, poche ore fa i giudici hanno accolto l’istanza del municipio cittadino, presentata nella primavera del 2018, dichiarando la sua legittimità ad agire contro l’invaso artificiale da 250mila metri cubici nel Parco Nord.

In poche parole, l’iter amministrativo riparte da capo: lo stesso Tribunale Superiore sarà chiamato a esprimersi nel merito dell’impatto ambientale che la costruzione della vasca, con l’acqua limacciosa del fiume Seveso quando è in piena, provocherebbe sulla salute soprattutto delle circa 2mila persone che vivono nel SuperCondominio. Per il Comune di Bresso è una vittoria, come sottolinea il sindaco bressese Simone Cairo: "Con l’accoglimento da parte della Corte di Cassazione, il sindaco di Bresso è legittimato a ricorrere per tutelare la salute dei suoi cittadini. – spiega Cairo - Tutto il procedimento si riapre. Però desidero che la politica trovi una soluzione a questa situazione: sono disponibile all’apertura di un tavolo di confronto con il Comune di Milano". L’alternativa proposta dal sindaco Cairo è quella presentata all’arbitrato di mediazione della Camera di Commercio e respinta poche settimane fa: "La vasca di laminazione va allontanata dai palazzi, verso il cimitero di Bruzzano - conclude -. Avevo presentato ben 3 proposte. Se tutti avessimo colto l’opportunità, non avremmo perso tempo".