ROBERTA RAMPINI
Archivio

Ospedali, lavoratori interinali a misurare la febbre

Fa discutere la decisione di spendere 380mila per regolare l’accesso. L’Asst rhodense: "Non c’è alternativa"

Misurazione della temperatura in un ospedale

Garbagnate Milanese (Milano), 31 maggio 2020Ben 380mila euro per misurare le temperature alle persone che accedono agli ospedali di Garbagnate, Rho, Passirana, al Pot di Bollate e nei distretti di Arese e Paderno Dugnano. L’Asst Rhodense ha affidato all’Agenzia Interinale Temporary Spa il servizio, ma la cifra spesa fa discutere molto.

Ma andiamo per ordine: la società privata che ha vinto la gara fornirà all’azienda ospedaliera 20 addetti dal mese di maggio a quello di novembre, dal lunedì al sabato, dalle 6 alle 22, con il compito di misurare la temperatura corporea a chi accede negli ospedali e nei poliambulatori e gestire il loro accesso alle strutture ricordando, per esempio, il rispetto delle misure per il contenimento del contagio. Parenti in visita, utenti che devono accedere per visite mediche o esami, pazienti, tutti passeranno davanti al termoscanner. Le ditte che hanno partecipato al bando sono state sei, ma la Temporary si è aggiudicata l’appalto per 312.456 euro più l’Iva che porta la somma a oltre 380 mila euro. A molti, sindacati, personale e qualche forza politica, la spesa è sembrata eccessiva considerato che forse si poteva affidare lo stesso servizio ad associazioni di volontariato già attive nelle strutture ospedaliere o allo stesso personale sanitario.

Il direttore generale Ida Ramponi replica spiegando le motivazioni di tale scelta, "il personale sanitario, come medici e infermieri, e quello tecnico, in questo periodo sono impegnati ad occuparsi di attività già assegnate, come organizzare e sorvegliare in tutte le sale di attesa degli ambulatori e nelle diverse attività di reparto e accettazione. Così dopo aver sentito le parti interessate e le direzioni del personale abbiamo ritenuto che integrare il nostro personale con operatori esterni, per un tempo limitato e comunque legato esclusivamente al periodo di emergenza, fosse la sola soluzione percorribile - spiega il direttore generale -. Le associazioni di volontariato dall’inizio della pandemia hanno interrotto gli accessi alle strutture, trattandosi per lo più di persone anziane e la protezione civile, contattata, non ha in questo momento ritenuto opportuno supportarci in queste attività, probabilmente considerando ancora il livello di rischio ancora alto".

Intanto la riapertura dell’attività ambulatoriale e ospedaliera in questi giorni ha aumentato il flusso degli utenti anche se gli ingressi restano comunque contingentati per garantire sicurezza a tutti.