Ucraina e Cina: "Ora negoziare al tavolo". Putin accetta a Minsk, ma invita al golpe

Lo zar risponde a Pechino che spingeva sulla diplomazia e si dice disponibile. Il presidente XI: "Unica soluzione del problema tramite la diplomazia"

Il ministro degli esteri russo Lavrov (a sinistra) a un tavolo diplomatico

Il ministro degli esteri russo Lavrov (a sinistra) a un tavolo diplomatico

Kiev - Un appello al golpe, senza mezzi termini. Putin si rivolge all'esercito dell'Ucraina, affinché destituisca il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi collaboratori, definiti "tossicomani" e "neonazisti". A riferire delle dichiarazioni è stata Ria Novosti insieme con altre agenzia di stampa moscovite. "Sarà più facile - ha detto Putin - trovare un accordo con voi che con la cricca di tossicomani e neonazisti che si è insediata a Kiev e che ha preso in ostaggio il popolo ucraino". L'appello è stato rivolto dopo l'ingresso a Kiev di unità dell'esercito russo, che avevano in precedenza preso il controllo di uno scalo aeroportuale a pochi chilometri dalla capitale.

Al suono delle bombe e delle sirene, potrebbe comunque scattare l’ora della diplomazia e dei negoziati. Del resto in molti avevano profetizzato che la Russia non si sarebbe fermata prima di entrare a Kiev, ma ora qualche blando spiraglio di pace sembra profilarsi all’orizzonte. Nel momento più critico della guerra, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky si è rivolto al presidente russo Vladimir Putin con la proposta di sedersi al tavolo dei negoziati per porre fine alle ostilita’ in Ucraina. E Putin ha accettato, indicando anche una città non casuale dove sedersi al tavolo: Minsk. "La Russia è pronta ad accogliere l'appello del presidente Zelensky inviando una delegazione a Minsk, in Bielorussia, per trattare con il governo ucraino. Lo riportano i media russi, riferendo che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha annunciato che una delegazione composta da funzionari del ministero degli Esteri e della Difesa potrebbe essere inviata a Minsk.

“Voglio fare appello ancora una volta al presidente della Federazione Russa. I combattimenti sono in corso in tutta l’Ucraina. Sediamoci al tavolo dei negoziati per fermare la morte di persone”, ha detto Zelensky in un briefing nell’ufficio del presidente.  "La Russia è disponibile a condurre negoziati di alto livello con l'Ucraina", dice il presidente russo, Vladimir Putin nel corso di un colloquio telefonico con il leader cinese, Xi Jinping. "Gli Stati Uniti e la Nato hanno a lungo ignorato le ragionevoli preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza, ripetutamente rinnegato i loro impegni e continuato a far avanzare il dispiegamento militare verso est", ha detto Putin a Xi,

La Russia sembra rispondere in maniera indiretta anche attraverso il suo  ministro degli Esteri Sergei Lavrov, considerato la colomba del Cremlino. Mosca  è pronta per i negoziati con le autorità ucraine, è la replica,  se l’Ucraina «depone le armi». «Siamo pronti per i negoziati, in qualsiasi momento, non appena le forze armate ucraine ascolteranno il nostro appello e deporranno le armi», scandisce Lavrov in conferenza stampa. Il ministro degli Esteri russo ha anche assicurato che l’obiettivo dell’invasione russa dell’Ucraina sia quello di «liberare» gli ucraini «dall’oppressione», suggerendo che Mosca, di fatto, intende rovesciare il governo attuale. Lavrov ha ribadito che «nessuno si prepara ad occupare l’Ucraina. Lo scopo dell’operazione è chiaro: smilitarizzazione e denazificazione».

Pechino, che da giorni sta giocando su due tavoli  (invoca la pace e difende Putin) aveva in effetti prova a giocare ora il ruolo di alfiere della diplomazia. La Cina «sostiene Russia e Ucraina per la soluzione dei problemi attraverso i  negoziati»: il presidente Xi Jinping, nel colloquio avuto con l’omologo Vladimir Putin, ha ribadito che «la posizione fondamentale della Cina è di rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi e degli scopi e dei principi della Carta dell’Onu». Pechino, ha aggiunto Xi, «è disposta a collaborare con la comunità internazionale per sostenere un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile e per salvaguardare il sistema internazionale con l’Onu al centro».