Libia, la Guardia costiera spara contro peschereccio italiano: ferito il comandante

Immediato l'intervento della Marina Militare. La Guardia costiera libica: "Le imbarcazioni avevano sconfinato, sparati solo colpi di avvertimento"

Alta tensione tra Italia e Libia

Il peschereccio Aliseo della flotta di Mazara del Vallo, che era impegnato in una battuta al largo delle coste di Bengasi, è stato mitragliato da una motovedetta militare libica. I colpi d'arma da fuoco hanno ferito il comandante Giuseppe Giacalone a un braccio. Erano tre le imbarcazioni italiane che si trovavano in una zona definita "ad alto rischio", verso le quali una motovedetta libica ha sparato alcuni colpi di avvertimento. Lo ricostruisce la Marina Militare che sta ancora operando nella zona - 35 miglia a Nord della costa di Al Khums - e che è intervenuta con la Fregata Libeccio. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è costantemente aggiornato sugli sviluppi della situazione. I tre pescherecci italiani si trovavano "all'interno della Zona di protezione di pesca (Zpp) libica, nelle acque della Tripolitana", quando sono stati fatti oggetto di alcuni colpi di avvertimento da parte di una motovedetta Libica. È quanto afferma la Marina Militare sottolineando che subito dopo i colpi, il comandante dell'Aliseo è stato portato a bordo della motovedetta libica per presunti accertamenti medici e poi rilasciato. Sia Aliseo, che è ancora nella zona, sia i pescherecci Artemide e Nuovo Cosimo, in navigazione verso Nord, sono liberi. Il comandante di Aliseo è stato sottoposto a controlli sanitari su nave Libeccio.

L'intervento della Marina

La Fregata Libeccio - ricostruisce la Marina - si trovava a circa 60 miglia dal punto in cui sono stati sparati i colpi verso i pescherecci italiani, impegnata nell'operazione Mare Sicuro. La richiesta d'assistenza è arrivata nelle prime ore del pomeriggio con i tre motopesca - Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo - impegnati in attività di pesca nelle acque della Tripolitania, all'interno della zona definita "ad alto rischio" dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture. L'intervento, spiega ancora la Marina italiana, si è reso necessario in quanto una motovedetta della Guardia Costiera libica era in "rapido avvicinamento". Dalla Libeccio, che si è diretta a tutta velocità verso la zona, è decollato l'elicottero di bordo che ha contattato immediatamente il personale della motovedetta. Per verificare la situazione, inoltre, è stato dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina e sono stati proprio gli uomini a bordo dell'aereo ad aver visto "alcuni colpi d'arma da fuoco di avvertimento da parte della motovedetta libica".

Peschereccio liberato

Il motopesca Aliseo è stato liberato. Lo ha confermato Alessandro Giacalone, armatore del mezzo e figlio di Giuseppe, il comandante rimasto ferito lievemente che ora si trova sulla nave Libeccio della Marina italiana. Il giovane ha avuto conferma tramite una telefonata con un cellulare satellitare ricevuta dal fratello Giacomo, attualmente a bordo dell'Anna Madre, l'altro peschereccio della società, che si trova anch'esso in battuta di pesca. L'Aliseo è già in navigazione verso le coste siciliane. 

"Nessun colpo contro i pescherecci"

La dinamica dei fatti è ancora tutta da chiarire. La Marina libica, che controlla la Guardia costiera, ha smentito di aver sparato contro pescherecci italiani, ma ha ammesso che sono stati esplosi "colpi di avvertimento in aria" per fermare imbarcazioni da pesca che a suo dire avevano sconfinato in acque territoriali libiche. "Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni, ma colpi di avvertimento in aria", ha riferito all'Ansa il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica senza fornire per il momento ulteriori dettagli sull'incidente. "Quando i pescherecci arrivano, la nostra Guardia costiera prova a fermarli", ha aggiunto il portavoce promettendo maggiori dettagli in serata e insistendo nel sostenere che "non ci sono stati spari diretti contro l'imbarcazione. C'erano quattro o cinque pescherecci nelle acque territoriali libiche senza alcun permesso da parte del governo. La nostra Guardia costiera, fra le sue funzioni, ha quella del controllo della pesca".

La reazione dell'Italia

"Il comandante di un peschereccio italiano, l'Aliseo, sarebbe stato ferito da alcuni colpi sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica che aveva intimato l'alt. La beffa è che si tratta molto probabilmente di una imbarcazione tra quelle concesse dal governo italiano per contrastare l'immigrazione clandestina". Lo afferma Enrico Aimi, senatore e capogruppo in Commissione Affari Esteri per Forza Italia. "Un episodio che, se confermato in questa dinamica, sarebbe molto grave, soprattutto in considerazione dei rapporti di "buon vicinato" che il nostro Governo sta tentando di tessere con la Libia, in particolare per quel che concerne la gestione dell'immigrazione. Il ministero degli Esteri acquisisca quanto prima ogni informazione utile e faccia sentire subito la voce dell'Italia in relazione a quanto accaduto: ogni tentennamento può essere dannoso per il nostro Paese che deve pretendere rispetto. La diplomazia adesso deve diventare strumento prioritario e fondamentale per uscire da una situazione non certo felice che da troppo tempo si protrae e che riguarda i rapporti con la Libia, che ormai non sembrano essere così distesi. E' necessario che l'Italia intavoli trattative con il nuovo governo libico al fine di chiarire lo status di quella zona di mare contestata", conclude l'esponente azzurro. "Inconcepibile quel che è accaduto oggi. Solidarietà al comandante del peschereccio italiano e non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni". Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

Il caso del peschereccio Medinea

"Ci deve scappare il morto per fare intervenire il Governo?...". Marco Marrone è l'armatore del peschereccio Medinea, sequestrato dai libici per 108 giorni. Ha appena saputo quanto accaduto in Libia con il ferimento del comandante dell' Aliseo. "Le barche non sanno più dove andare, sono tutte ammassate in uno specchio di mare tra Malta e Lampedusa, anche la mia". E su quanto accaduto in Libia, spiega: "Rischiano ogni giorno la vita - spiega - Ora hanno colpito il comandante e lo hanno ferito, spero non serva il morto per fare intervenire definitivamente il Governo.  Serve un accordo europeo al più presto oppure il Governo deve mettere una vigilanza. E' l'unica soluzione, senza accordo europeo non cambia nulla. Dobbiamo lavorare in zone sicure, le barche sono tutte concentrate in uno stesso punto".