Morte Kobe Bryant: lo schianto dell'elicottero dovuto a un errore del pilota

L'elicottero non doveva volare nella nebbia: precipitò uccidendo il campione, la figlia Gianna di 13 anni e altre sette persone

Un murale a Los Angeles in memoria di Kobe Bryant

Un murale a Los Angeles in memoria di Kobe Bryant

Milano, 9 febbraio 2021 - Un errore del pilota sarebbe la causa dello schianto dell'elicottero che un anno fa, il 26 gennaio 2020, causò la morte di Kobe Bryant, della figlia Gianna e di altre sette persone. Lo rivela la perizia effettuata dal National Transportation Safety Board. Secondo il rapporto al pilota Ara Zobayan era stato proibito di attraversare la perturbazione in corso infilandosi tra le nuvole. Ma lui ignorò l'ordine trovandosi disorientato. Subito dopo lo schianto contro una collina nebbiosa di Calabasas

La mattina del 26 gennaio 2020 il campione Nba, sua figlia di 13 anni e altre sette persone decollarono dall'aeroporto della contea di Orange-John Wayne in California, a bordo dell'elicottero Sikorsky S-76 di proprietà del giocatore. Secondo il rapporto del'Ntsb al pilota Ara Zobayan era stato comunicato il divieto di attraversare la perturbazione in corso. L'elicottero Sikorsky S-76 provò a superare le nuvole ma si schiantò sulle colline della California meridionale, uccidendo  tutti a bordo.

Secondo Robert Sumwalt, presidente del National Transportation Safety Board, il pilota avrebbe dovuto viaggiare in regime di "visual flight rules", cioè mantenendo la visibiltà. Invece lui continuò a volare attraversando le nuvole della perturbazione in corso. A quel punto lo Sikorsky S-76 si inclinò bruscamente e poi precipitò schiantandosi sulle colline nei pressi di Calabasas, alle porte di Los Angeles. L'elicottero non era dotato di scatola nera, un dispositivo non richiesto per quel tipo di velivolo.