Tragedia al largo della Libia, 130 morti nel naufragio di un gommone

Le uniche a intervenire sono state la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e tre navi mercantili. Non ci sarebbe nessun sopravvissuto

Una delle vittime (foto Flavio Gasperini)

Una delle vittime (foto Flavio Gasperini)

Ancora una tragedia nel Mediterraneo, circa 130 ersone hanno perso la vita nel naufragio di una imbarcazione al largo della  Libia. " Solo #OceanViking e tre navi mercantili sono accorse. Mentre le Autorità, avvertite da @alarm_phone, li hanno lasciati affogare". ha scritto  su Twitter Mediterranea Saving Humans. 

"L'equipaggio della Ocean Viking ha dovuto assistere alle devastanti conseguenze del naufragio di un gommone a nord est di Tripoli. Questa barca era stata segnalata in pericolo con circa 130 persone a bordo mercoledì mattina". Ricostruisce così Sos Mediterranee l'ultima tragedia del mare verificatasi ieri nel Mediterraneo centrale con l'ennesimo naufragio di migranti. "Alarm Phone - continua Sos Mediterranee - ci aveva avvisato di un totale di tre imbarcazioni in pericolo nelle acque internazionali al largo della Libia. Tutti loro erano ad almeno dieci ore dalla nostra posizione al momento della ricezione degli avvisi. Abbiamo cercato due di queste barche, una dopo l'altra, in una corsa contro il tempo e con mare molto mosso, con onde fino a 6 metri". 

Una delle vittime (foto Flavio Gasperini)
Una delle vittime (foto Flavio Gasperini)

La cronologia dell'ennesima tragedia del mare

La mattina del 21 aprile 2021 è stata avvisata da un pescatore locale di una barca in difficoltà al largo della Libia. Alarm Phone ha ricevuto un numero di telefono satellitare e l'informazione che le persone a bordo erano partite da Al-Khums, Libia alle 22 circa del 20 aprile. Erano partiti insieme a una seconda barca di migranti, che sarebbe stata poi intercettata dalle autorità libiche. "Abbiamo cercato di raggiungere telefonicamente le persone a bordo, ma - spiega l'organizzazione - non siamo riusciti a comunicare. Date le cattive condizioni meteorologiche nella zona". Ha allora allertato le autorità competenti alle 11.51 via email: "Ciò significa che da quel momento in poi, i seguenti attori erano a conoscenza di questa imbarcazione in difficoltà: Mrcc Italia, Rcc Malta, la cosiddetta Guardia Costiera libica, Unhcr, e i soccorritori delle ong". Poco dopo, alle 12:03, Alarm Phone è riuscito a contattare la barca in difficoltà per la prima volta, ma a causa di una cattiva connessione non è stato possibile scambiare informazioni. Alle 12:22, ha ristabilito il contatto ma si potevano solo sentire le parole "chiamate i soccorsi". Alle 13 è stato possibile riconnettersi: "Ci hanno trasmesso la loro posizione Gps e hanno dichiarato che c'erano circa 130 persone a bordo, tra cui 7 donne, una delle quali era incinta. Erano su un gommone e hanno detto che il mare era agitato. Abbiamo immediatamente informato le autorità competenti e reso pubblico il caso".

"In assenza di un coordinamento efficace da parte dello Stato, tre navi mercantili e la Ocean Viking hanno cooperato per organizzare la ricerca in condizioni di mare estremamente difficili. Oggi, mentre cercavamo senza sosta - nella totale mancanza di supporto dalle autorità marittime competenti - tre cadaveri sono stati avvistati in acqua dalla nave mercantile My rose".

Il gommone rotto (foto Flavio Gasperini)
Il gommone rotto (foto Flavio Gasperini)

"Un aereo di Frontex ha individuato poco dopo il relitto di un gommone. Dal momento in cui siamo arrivati sul posto oggi non abbiamo trovato nessun sopravvissuto, ma abbiamo visto almeno dieci corpi nelle vicinanze del relitto. Abbiamo il cuore spezzato. Pensiamo alle vite che sono state perse e alle famiglie che potrebbero non avere mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari. Questa tragedia arriva appena un giorno dopo l'orribile notizia condivisa dall'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni di una donna e un bambino morti su un gommone stracarico che è stato intercettato dalla Guardia Costiera libica in acque internazionali, e i naufraghi sono stati riportati coste libiche e portati in detenzione arbitraria, dove molti di loro subiscono violenze e abusi indicibili".