E' la squadra di Piatek. Così il Milan di Gattuso ha ricominciato a correre

Un centravanti completo che sa segnare in tutti i modi

Krzysztof Piatek (Ansa)

Krzysztof Piatek (Ansa)

Milano, 18 febbraio 2019 - Dove sarebbe il Milan oggi se avesse avuto Piatek al posto di Higuain sin dall’inizio della stagione? Domanda lecita ma, come si sa, con i se e con i ma non si scrivono pagine di storia. E se il Pipita rappresenta un passato che appare lontanissimo nonostante disti appena un mese (Juventus-Milan di supercoppa italiana il 16 gennaio, ultima di Higuain con la maglia del Milan), Piatek è quel presente che risplende e spinge il Diavolo ad un quarto posto sempre più solido.

Sono 28 le gare in stagione, condite da ben 26 gol per il polacco. Sei le reti in cinque partite con la maglia rossonera. Numeri da capogiro per chi, con le due rifilate all’Atalanta, ha confermato di essere un attaccante davvero di razza. Un po’ Inzaghi (vedi la rete al Cagliari), un po’ Ibrahimovic (la prima ai bergamaschi) ma molto Piatek. Un centravanti completo, che sa segnare in tutti i modi: si diceva non segnasse di testa, zuccata vincente arrivata prontamente contro l’Atalanta. A dire il vero, però, quello di sabato è il quinto centro del 23enne polacco di testa, visto che già aveva castigato in questo modo Lecce (tre gol) e Parma. A condire il suo repertorio 14 marcature di destro, due di sinistro, quattro rigori e un tap-in: impatto devastante sulla Serie A, ancor di più al Milan: perché per il polacco le sei reti in cinque partite sono arrivate contro avversari blasonati come Napoli e Roma e contro difese arcigne come quelle di Cagliari e Atalanta.

Senza dimenticare che l’ultimo giocatore del Milan a segnare in tutte le prime tre partite da titolare in Serie A era stato Mario Balotelli nel febbraio 2013. Il Diavolo ha il bomber da Champions e soprattutto si gode il momento: perché la sconfitta in rimonta della Lazio contro il Genoa lascia i capitolini di Inzaghi a -4 dai rossoneri; e perché, con il successo maturato a Bergamo, il Milan ha messo a posto il confronto diretto con i bergamaschi, dopo il 2-2 dell’andata. Senza dimenticare che, in passato, quando i rossoneri avevano conquistato 42 punti dopo 24 giornate alla fine la stagione si chiuse sempre nei primi quattro posti. Meri e freddi numeri, che però fanno capire la bontà del progetto di Gattuso, che a Bergamo ha ritrovato finalmente Calhanoglu ma venerdì ad Empoli dovrà fare a meno dello squalificato Suso: lo spagnolo si trova in una fase involutiva della stagione, visto che non segna da un mese (ultimo centro in Genoa-Milan 0-2 del 21 gennaio) e non fornisce un assist addirittura dal 4 novembre, quando servì Romagnoli per il gol in extremis che decise la trasferta sul campo dell’Udinese.

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