Inter, il pilastro è Brozovic

Il croato è maturato, ora è la diga che protegge la difesa

Marcelo Brozovic

Marcelo Brozovic

Milano, 24 settembre 2018 - Le fortune dell’Inter devono obbligatoriamente passare da Marcelo Brozovic. Ne è convinto Spalletti, lo sa la società. Se decidi, come accaduto in estate, di non prendere giocatori con caratteristiche da regista per affidarti all’uomo che lo scorso anno ha cambiato la mediana nel girone di ritorno, il risultato è che molte delle fortune dipendono da chi si è preso la responsabilità di far girare la squadra. Un giocatore e un uomo più maturi rispetto alle prime esperienze nerazzurre. Fortificato dalla paternità, frutto di una stabilità familiare fondamentale per liberare la mente dai fantasmi della discontinuità in campo.

Oggi Brozovic è imprescindibile, nel bene e nel male, anche perché non ha doppioni in rosa. Unisce la visione di gioco di Borja Valero alla corsa di Gagliardini e Vecino (con meno tonnellaggio) e ha quella capacità di mirare a rete su cui l’Inter ha edificato la vittoria in extremis a Genova. Ieri ha festeggiato su Instagram esaltando il gruppo: «Non molliamo mai», il suo messaggio sui social accompagnato dalla foto dell’esultanza a Marassi. I compagni, ormai, ne riconoscono l’importanza sul terreno di gioco. Non tocchi 90 palloni in una serata, come in Liguria, se la squadra non ha fiducia nel tuo operato anche quando i numeri denotano qualche difficoltà, vedi i palloni persi nel primo tempo a causa della pressione dei blucerchiati sul portatore di palla. Ovvio che il gol di sabato sera sia un toccasana importante per uscire dal tunnel degli alti e bassi di inizio stagione, relativi sia alla squadra che al croato. Con i compagni più avanzati manca ancora il giusto feeling per sorprendere la linea difensiva avversaria e creare quegli spazi in cui poter far male e certo non aiuta, in termini di condizione, un Mondiale terminato solo in finale e le successive vacanze posticipate.

Spalletti, che per gli effetti della rassegna in Russia sta provando a gestire l’utilizzo di Perisic, a Brozovic rinuncia con più fatica per i motivi già citati: nessun altro può garantire il mix di caratteristiche del suo regista. Nell’apprezzarne i pregi, il tecnico ha di recente sottolineato anche i difetti del croato, quasi eccessivo nel fornire un costante appoggio ai compagni in cerca di una linea di passaggio e talvolta pescato fuori posizione al momento delle ripartenze avversarie. Un aspetto che il centrocampista sta curando, senza perdere costanza nel suo lavoro per la squadra. Il gol con la Sampdoria, arrivato in extremis e tenendo basso un pallone non semplice, è un “plus” destinato a essere più raro dopo l’arretramento dalla trequarti alla regia. Nel frattempo, però, è la dimostrazione che all’occorrenza si può ancora fare affidamento alle sue doti di calcio. Anche al 94’ e dopo chilometri e chilometri di corsa e contrasti alle spalle.

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