Vie d'acqua, sogno infranto: in ritardo per l'inaugurazione di Expo

Le consegne slittano tra luglio e agosto. E i costi sono lievitati, per via delle varianti. Appello dei No Canal a Cantone: serve una bonifica in via Quarenghi

Un operaio nei cantieri delle Vie d’acqua

Un operaio nei cantieri delle Vie d’acqua

Milano, 16 aprile 2015 - L'acqua, almeno quella, è arrivata. Per il resto, le Vie d’acqua a nord del sito di Expo sono ancora un cantiere. A due settimane dall’inaugurazione dell’evento, il progetto di aprire il naviglio del terzo millennio, immaginato dalla candidatura ufficiale di Milano a città dell’Esposizione universale nel 2008 e declassato, per costi, proteste e scandali giudiziari, a un canale di afflusso e deflusso dell’acqua, non è ancora completo. E non lo sarà almeno fino ad agosto, quando è prevista la consegna degli interventi sul torrente Guisa, tra cui l’imponente vasca per contenere «gli estesi allagamenti» che il fiume provoca a Garbagnate, Arese, Bollate, Baranzate e nei pressi dell’area di Expo, come si può leggere in una delibera del consiglio comunale di Bollate. Allagamenti sulla cui estensione gli ambientalisti della zona hanno manifestato perplessità, mettendo in dubbio l’utilità degli scavi a nord di Villa Arconati.

Tuttavia i 4,2 milioni di euro di lavoro sono stati assegnati alla società edile Valbasento, con uno sconto del 33,7%, che poi li ha subappaltati alla conterranea Paeco srl del Materano. Dietro la «piccola Versailles» d’Italia è un viavai di camion carichi di terra, ma tutta la Via d’acqua nord è una striscia continua di cesate arancioni fino a Expo. Mancano le piste ciclabili, i sentieri per i pedoni, alberi e palizzate. Lavori che per il sito Open Expo, che ne monitora l’avanzamento, si sarebbero dovuti concludere ai primi di marzo. E nei cantieri, aperti e senza sorveglianza, si intrufolano ciclisti e corridori che si allenano nel Parco delle Groane, attraversato dal canale.

Il tratto Groane sta già costando quasi un terzo in più del valore a cui è stato assegnato. La Paganoni si è aggiudicata l’opera a 3,3 milioni di euro, con un ribasso del 35,2%, ma ha chiesto e ottenuto quaranta varianti che hanno fatto lievitare i costi di 924mila euro, riavvicinandoli alla base d’asta di 5,1 milioni di euro. Con consegna ai primi di luglio. Così è successo per l’impermeabilizzazione del Canale Villoresi a Monza. Il Consorzio cooperative costruzioni si è visto riconoscere 174 varianti per 1,4 milioni di euro, che sommati ai 4,6 con cui ha vinto i lavori, fanno sei milioni rispetto a una base d’asta di 6,4. E mentre i riflettori sono concentrati sulle Vie d’acqua, le rogge già esistenti sono abbandonate a loro stesse, con sponde infestate dai rifiuti e acque sporche.

Passato il sito di Expo, il canale prosegue verso sud dentro Milano, fino allo scarico nel fiume Olona. La società Maltauro, che si è vista commissariare l’appalto, dichiara di aver concluso i collaudi e di aver messo in funzione l’opera. Resta il giallo del prosieguo fino alla Darsena, in un tubo sotterraneo che costerà 45 milioni di euro, almeno finché non arriverà l’ok della società Expo allo storno per la messa in sicurezza di Seveso e Lambro. I comitati No Canal chiedono che una parte sia destinata alla bonifica dell’area Quarenghi, un terreno avvelenato da idrocarburi. Lo hanno messo nero su bianco con uno striscione di protesta, chiedendo l’intervento del presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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