Via la mascherina Ecco la vendetta del raffreddore

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Piero

Lotito

Vendetta, tremenda vendetta. Il raffreddore comune ("infezione virale delle mucose del naso, dei seni paranasali e della gola", dice il dizionario) ha già cominciato a prendersi la sua rivincita. Rintuzzato negli ultimi due inverni dall’uso massiccio delle mascherine, ha preso con i primi freddi a colpire a destra e a manca. Tutti a spremere il naso e a toccarsi la fronte nel timore di ben altro (Covid) che il cosiddetto "mal di stagione", il banalissimo ma fastidiosissimo raffreddore che lo scorso anno sembrava scomparso dal repertorio mondiale dei malanni. In effetti, nel 2021 il raffreddore e la sua perfida compagna, l’infuenza, si erano talmente defilati da indicare nella mascherina il segreto della bella sorpresa sanitaria. I medici lo confermavano: oltre a opporsi al coronavirus contenuto nelle temute goccioline ("droplet", un termine che ci ha perseguitato per mesi e mesi, chi non lo ricorda?) delle nostre secrezioni, la mascherina ci proteggeva pure dal "rhinovirus", il virus del raffreddore, anch’esso ovviamente trasportato dalle microscopiche gocce dei nostri starnuti e della nostra tosse. Il bello è che i medici lo confermano tuttora: la dismissione in massa dell’umile cotonato "dispositivo di salvaguardia" è alla base del bellicoso ritorno del raffreddore. Che la mascherina sia ormai considerata dai più un inutile orpello possiamo tutti constatarlo sui mezzi pubblici e nei negozi, all’aperto e al chiuso: i mascherati si sono ridotti a una insignificante minoranza, mentre cresce in questi giorni (anche qui è facile constatarlo negli stessi luoghi) il numero di chi porta a due mani il fazzoletto al naso o tossisce più o meno disastrosamente. Quando verrà capita l’antifona, sarà facile osservare un ritorno alla mascherina, che è un po’ come la cintura di sicurezza nelle auto: sembra che non serva a nulla, ma intanto ci tiene al sicuro e, soprattutto, ci fa sentire al sicuro. Così con l’ineffabile "dispositivo": col freddo che avanza, quel pezzo di stoffa ci tiene al caldo le narici, assorbe la lacrimazione degli occhi quando finiamo proprio al gelo, ci consente perfino di parlare al telefono e, mica poco, non ci fa sentire nudi. Fondamentale, con l’inverno che incombe.

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