Scuola, tra pensioni e quota 100 'voragini' a settembre

In 2.500 pronti a uscire, i sindacati chiedono un tavolo urgente: "Ogni certificato in ritardo è un posto bloccato"

Quota 100

Quota 100

Milano, 25 febbraio 2019 - Pensioni di vecchiaia, pensioni anticipate e quota 100: «Altro che turnover. Caos in vista a settembre nelle scuole milanesi». A pronosticarlo sono i sindacati, che in questi giorni stanno intercettando le domande. Solo dopo il 28 febbraio - termine ultime per la presentazione delle richieste di pensionamento con quota 100 - si potrà avere un quadro del personale in uscita.

«Ma fuori dai corridoi si ipotizza che fra Milano e Monza e Brianza tra dicembre e febbraio saranno 2.500 le domande», spiega Caterina Spina, segretaria provinciale Flc Cgil. «Il problema non è solo quota 100 - spiega - le due date hanno creato problemi. L’Inps deve certificare il diritto di andare in pensione ma la banca data dei dipendenti del pubblico impiego e soprattutto della scuola non è completa. Quindi uno deve dimostrare di avere i contributi». Procedure che creano ritardi a catena. «C’è anche un altro tema - continua Spina -, ogni certificato che arriva in ritardo blocca un posto nella scuola perché non risulta disponibile». Se prima delle nomine estive non si saranno chiuse le procedure ci saranno tante cattedre che risultano coperte ma che si libereranno a stretto giro. «C’è chi perderà lavoro o dovrà cambiare scuola anche se in realtà il posto c’è - scuote la testa Spina -. Abbiamo chiesto un tavolo urgente che affronti tutti i temi legati ai pensionamenti al ministro, che il problema lo vive e lo ha vissuto quando era provveditore. Per ora è arrivata una circolare in cui si chiede alle scuole di inserire sulla piattaforma Inps i dati delle posizioni assicurative. Si scarica sempre sulla scuola, senza fare formazione e in una situazione in cui mancano i numeri».

«Per quota 100 noi al momento stiamo gestendo le domande di 150 persone – fa i conti Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola -. Non saranno tantissime le domande, molti ci hanno ripensato perché nei loro casi non conveniva, ma comunque sono 150 persone in più che lasciano la scuola ampliando le voragini a settembre. L’anno scorso i posti vuoti erano 14mila, entreranno 2mila docenti in più al massimo a settembre, il resto delle cattedre sarà affidato ai precari». E a Milano sappiamo che mancano anche quelli. «Il precariato nelle scuole è già altissimo - conferma Carlo Giuffré, segretario Uil Scuola Lombardia - con queste ulteriori uscite si amplifica. Il numero di persone che hanno i requisiti e che si sono rivolte al nostro patronato per quota 100 sono circa un centinaio. Numeri abbastanza rilevanti data la situazione. I problemi si acuiranno al ritorno a scuola».

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