San Siro, corsa per il referendum a ottobre

Il Comitato avvia la raccolta delle 15mila firme. Due i quesiti: uno chiede di abrogare il sì della Giunta, l’altro di riqualificare il Meazza

Gli aderenti al Comitato per il referendum su San Siro

Gli aderenti al Comitato per il referendum su San Siro

Milano - Le prime 200 firme sono state raccolte ieri. Per le altre 800 c’è tempo fino al 5 marzo. Il Comitato Referendum X San Siro ha avviato la campagna per salvare lo stadio Meazza e stoppare il progetto di Milan e Inter che prevede la realizzazione di nuovo impianto, la “Cattedrale’’ firmata dallo studio Populous con la parziale demolizione della Scala del calcio.

Gli esponenti del Comitato hanno presentato i due quesiti referendari, uno abrogativo e uno propositivo, ieri mattina davanti a Palazzo Marino, la sede del Comune, la cui Giunta, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, ha già attribuito l’interesse pubblico al progetto rossonerazzurro. La macchina per convocare i milanesi alle urne si è messa in moto. Le prime mille firme serviranno per presentare il testo del doppio referendum ai garanti alla partecipazione e al Comune. Come accennato sopra, il Comitato ha tempo fino al 5 marzo. Ieri si sono presentati al banchetto in piazza Scala, tra gli altri, il consigliere comunale del Pd Rosario Pantaleo e l’ambientalista Milly Moratti, moglie dell’ex presidente dell’Inter Massimo. Se le firme saranno raccolte e i due quesiti proposti saranno ritenuti legittimi dai garanti alla partecipazione e congrui dal punto di vista tecnico-economico delle spese comunali previste per convocarli, il Comitato potrà passare alla fase due della campagna: la raccolta di altre 14 mila firme in 120 giorni. Se tutto dovesse filare liscio, il referendum sul futuro di San Siro si svolgerebbe tra settembre e ottobre 2022.

Andrea Bonessa, uno degli esponenti del Comitato Referendum X San Siro, spiega che "il primo quesito chiede l’abrogazione della delibera di Giunta del 5 novembre 2021 che ha attribuito l’interesse pubblico al progetto di Milan e Inter per lo sviluppo dell’area di San Siro. Noi riteniamo che ci sia solo un interesse privato, non pubblico. Lo stadio Meazza è un bene comune, quindi – con un gioco di parole – noi verremmo privati di un bene comune. Va ricordato che San Siro è su un’area comunale. Il secondo quesito, invece, chiede di salvaguardare lo stadio Meazza, un patrimonio storico e monumentale, e di avviare un concorso internazionale per riqualificare l’attuale impianto, invece di scegliere uno studio di architettura che magari ci propone un nuovo stadio simile a quello di Bordeaux". Ogni riferimento allo studio Populous scelto dai club e alla Cattedrale indicata come nuovo stadio è puramente voluto.

Veronica Dini, avvocato del Comitato, prima anticipa che "i garanti alla partecipazione nominati dal Comune ci hanno già fornito un parere di massima favorevole sui due quesiti" e poi spiega che "il quorum si calcola sul numero di elettori che hanno votato alle ultime elezioni comunali. Dunque per far sì che il referendum su San Siro sia valido sono necessari i voti del 25% dei milanesi. Se il quorum sarà supererato e se prevarranno i sì, il risultato sarà vincolante".

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