Omicidio a Cornaredo, ore contate per il killer. La lite con una donna prima degli spari

Caccia all’uomo nell’hinterland per trovare l’autore dell’assassinio di domenica sera. L’auto non aveva danni evidenti, il 45enne raggiunto dai proiettili quando era in piedi

Cornaredo (Milano) - Potrebbe avere le ore contate l’uomo che domenica sera ha ucciso Abderrahimi Elkharmoudi, un marocchino di 45 anni, a Cornaredo. I carabinieri della Compagnia di Corsico, coordinati dal Pm di turno Pasquale Addesso, lo avrebbero identificato e stanno cercando dove possa essersi nascosto. Nel fascicolo delle indagini sono finite le immagini delle telecamere di sorveglianza del bar Agorà dove è iniziata la lite tra il nord africano e una donna, quelle di piazza Libertà, delle strade del centro e alcune testimonianze. Gli investigatori in poche ore hanno ricostruito la vicenda e dato un volto all’assassino. La vittima, della quale non è stato reso noto il nome, era residente nella frazione cornaredese di San Pietro all’Olmo, aveva precedenti per spaccio di droga, potrebbe essere stato ucciso per regolamento di conti nell’ambito del traffico di stupefacenti o per altre questioni in sospeso nell’ambito della malavita della zona. L’immigrato era un volto conosciuto, in piazza. Anche al bar. Come la donna con la quale ha avuto una lite prima dell’omicidio.

Ieri pomeriggio il suo nome era sulla bocca di molti. A premere il grilletto non sarebbe stata lei, ma un uomo che era in suo compagnia, prima dentro il bar e poi in piazza. Non è chiaro se vittima e assassino si fossero dati appuntamento o se l’incontro sia stato causale. Tutto è successo in pochi minuti, dopo le 23 probabilmente in una delle vie accanto a piazza Libertà, dove il nord africano aveva parcheggiato l’auto. Secondo alcuni testimoni, la vittima aveva bevuto ed era molto agitato. Quasi sicuramente la lite è ripresa anche fuori dal bar con toni più accesi, l’assassino ha estratto la pistola e fatto fuoco contro il 45enne. L’auto non presentava segni di danneggiamento, quindi secondo gli inquirenti, è stato raggiunto dai proiettili mentre era in piedi. "Venite abbiamo sentito dei colpi d’arma da fuoco", sono stati i residenti a dare l’allarme al 112. Quando i carabinieri sono arrivati in piazza il bar era chiuso, c’era solo un gruppo di ragazzi che ha non sapeva nulla.

I militari hanno controllato la zona e poco distante, in mezzo alla carreggiata, in fondo alla via Varese, hanno trovato l’auto con il marocchino al posto di guida, era incosciente. Sono stati gli operatori del 118 a notare i due piccoli fori che aveva al torace e all’addome. Dopo le prime cure mediche sul posto, la corsa all’ospedale San Carlo di Milano, ma il marocchino non ce l’ha fatta. Probabilmente dopo essere stato ferito ha cercato di raggiungere la propria abitazione o di andare al pronto soccorso, ma non ci è riuscito. In auto c’era anche il coltellino a serramanico che portava sempre con sé. Gli inquirenti anche ieri mattina sono tornati sul posto per cercare la pistola, non è escluso che l’assassino abbia cercato di sbarazzarsene mentre scappava. Resta anche da accertare il ruolo che hanno avuto altre persone che erano insieme alla donna al momento della lite, all’interno del bar.

 

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