Olimpiadi 2026 a Milano, scontro tra Sala e Malagò

Monito del Coni dopo l’aut-aut del sindaco: divisi si perde. Dura la replica

Giuseppe Sala e Giovanni Malagò (foto Newpress)

Giuseppe Sala e Giovanni Malagò (foto Newpress)

Milano, 5 settembre 2018 - Si accende la polemica tra Giuseppe Sala e Giovanni Malagò a proposito della strategia da perseguire per la candidatura italiana alle Olimpiadi Invernali del 2026. Al presidente del Coni non è evidentemente piaciuto l’aut-aut scandito o, meglio, ribadito dal sindaco non più tardi di lunedì: «Milano c’è se è la candidata o la capofila». Tutt’altro scenario, quello auspicato da Sala, rispetto alla decisione fin qui presa dal Governo e, a cascata, dal Coni: quella della candidatura a tre senza capofila. Milano, Torino e Cortina d’Ampezzo tutte in gara e tutte sullo stesso piano nella logica di una «candidatura italiana». Governance tutta da definire. Ieri, ecco quindi la replica di Malagò: «Se c’è una squadra in cui tutti remano nella stessa direzione, per me siamo imbattibili, altrimenti sono problemi». «Non sono ipocrita – aggiunge il numero uno del Coni –, so quello che dice e pensa il sindaco Sala. In queste settimane ci siamo sentiti con i sindaci, con le Regioni. Questa soluzione il Cio (Comitato Olimpico Internazionale ndr) la vuole, tanto che ha accolto positivamente la notizia quando è uscita. Se poi c’è qualcuno che non è d’accordo...».

Un monito che suscita la reazione, piccata, di Sala: «Nella vita io voglio continuare a pensare che la coerenza sia un valore imprescindibile. Su mia proposta il Consiglio Comunale, solo un mese fa, ha preso una decisione e cioè che Milano potrà essere della partita olimpica solo in quanto capofila. Non è successo nulla, nel frattempo, perché si debba cambiare idea. Se poi qualcuno vuol buttarmi addosso la croce di chi affossa la corsa olimpica, io non ci sto». «Ho freschissimi ricordi di 15 mesi di discussioni con il mondo sportivo in cui si parlava di una sola opzione e cioè della candidatura di Milano» sottolinea, ancora, il sindaco prima di lanciare l’ultima bordata a Malagò: «Per quanto mi riguarda, poi, c’è un punto in più: non prendo ordini da nessun partito e lavoro solo per tutelare gli interessi di Milano e dei milanesi».

Nel frattempo si è definito il calendario degli incontri che dovranno portare ad una definitiva schiarita sulle modalità con le quali l’Italia giocherà la partita della candidatura olimpica e sull’eventuale rulolo di Milano. Il 10 settembre Sala incontrerà Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista con delega allo Sport. Un incontro decisivo, come si diceva: nel caso in cui da Giorgetti non dovessero arrivare rassicurazioni sulla centralità di Milano nella governance dell’evento, il primo cittadino sottoporrà nuovamente la questione-Olimpiadi al giudizio del Consiglio comunale e tra le opzioni sul tavolo dell’aula, a quel punto, ci sarà anche l’uscita di Milano dalla partita olimpica. L’11 è invece prevista una riunione congiunta tra Giorgetti e le tre delegazioni. Da parte sua, il presidente del Cio, Thomas Bach, sarà a Roma il 7 novembre in occasione di una serata in onore di Mario Pescante, membro uscente del Cio per raggiunti limiti di età: «Sarà anche l’occasione per parlare della candidatura olimpica – anticipa Malagò – e lo stesso Bach mi ha chiesto di organizzare un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con Giorgetti».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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