Olimpiadi 2026: Milano-Torino, la prova più dura

Sala sferza il governo. Ma l’alleanza non è impossibile

Corsa aperta per le Olimpiadi 2026 (Newpress)

Corsa aperta per le Olimpiadi 2026 (Newpress)

Milano, 9 luglio 2018 - Si parla di sport invernali, ma la sfida è tutta politica. La candidatura di Milano per le Olimpiadi del 2026 imbocca la discesa finale, per usare un gergo sciistico. Il capoluogo lombardo, in questa fase preliminare, deve vedersela con Torino e Cortina d’Ampezzo, ma soprattutto con il Governo grillin-leghista. Non è un caso che Giuseppe Sala, sindaco di Milano targato centrosinistra, ieri mattina abbia sferzato l’esecutivo giallo-verde: «Questa faccenda delle Olimpiadi sta diventando una battaglia simbolica di potere, ma vengono fuori le contraddizioni tra due partiti che sono legate da un contratto, ma che sono molti distanti».

Il primo cittadino meneghino teme che la decisione finale sulla candidatura italiana per i Giochi invernali non si basi sui dossier ma sui colori politici delle città. Vediamo gli schieramenti in campo. Milano guidata dal sindaco progressista è sostenuta anche dal governatore lombardo e lumbard Attilio Fontana. Torino è governata dalla sindaca del M5S Chiara Appendino. Cortina d’Ampezzo è fortemente sostenuta dal presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia. Prevarranno i pentastellati o i leghisti? Sala spera che prevalga la candidatura migliore ed è convinto che sia quella del capoluogo lombardo: «È evidente che Milano ha più probabilità rispetto a Torino che ha ospitato le Olimpiadi invernali pochi anni fa (nel 2006, ndr). Se il presidente della Federazione internazionale di sci Gian Franco Kasper appoggia la nostra candidatura, qualche ragione ci sarà, per cui invito tutti, il Governo in particolare, a ragionare».

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