La banda dei furti ai vip "paga" lo shopping di lusso

Dopo il colpo in casa di Tamara Ecclestone da Harrods a caccia di scarpe e capi di abbigliamento griffati con tanto di richiesta di carta fedeltà

Il furto nella villa di Tamara Ecclestone è tra quelli più clamorosi contestati

Il furto nella villa di Tamara Ecclestone è tra quelli più clamorosi contestati

Milano, 22 febbraio 2021 - Il primo pensiero, le scarpe nuove. Messo a segno il colpo del secolo nella blindatissima (sulla carta) villa di Tamara Ecclestone nel cuore di Londra, due uomini della banda accusata del furto da 50 milioni di sterline si precipitarono da Harrods, i grandi magazzini del lusso, e cominciarono a spendere una piccola parte del bottino scippato alla ricca modella erede del patron della Formula Uno.  Così Jugoslav Jovanovic, 23 anni, attualmente in cella in Italia per una maxi-truffa messa a segno a Roma, e Daniel Vukovic, cittadinanza croata ma frequentazioni milanesi e ancora uccel di bosco, il 6 dicembre 2019 secondo le indagini della polizia londinese entrarono da Harrods e comprarono scarpe per 820 euro circa. In quell’occasione Jovanovic, utilizzando un falso nome ma sotto lo sguardo della telecamera interna, aprì anche una Harrods Loyalty Card, una carta fedeltà con l’evidente intenzione di tornare appena possibile.

E infatti una settimana dopo, il 14 dicembre, il solito Jovanovic accompagnato in quel caso da Emil Savatru, il giovane romeno che aveva affittato l’alloggio londinese per l’intera banda, tornò da Harrods e si presentò alle casse con vari capi di abbigliamento Louis Vuitton per quasi 9mila sterline. Gli addetti al negozio però non acccettarono il pagamento sotto l’occhio vigile delle telecamere analizzate dalla polizia. Police of London che però, è il caso di ricordarlo, in questa vicenda si mosse a scoppio ritardato e solo dopo anche gli altri due colpi messi a segno nella viila dell’allora allenatore del Chelsea Frank Lampard, e in quella del patron thailandese del Leicester defunto in un incidente aereo.

Della banda, secondo l’accusa, facevano parte anche i due italiani Alessandro Maltese e Alessandro Donati attualmente in carcere a Londra in attesa del giudizio ma che la magistratura inglese vorrebbe processare anche per “riciclaggio“, cioè aver utillizzato parte del denaro rubato per fare acquisti “ripulendo“ le banconote. Ma almeno per Donati, difeso dall’avvocato Angelo Pariani, la Corte d’Appello milanese ha già stabilito di non consentire ai colleghi inglesi l’estensione dell’imputazione. Nel frattempo, fra l’altro, una corte britannica ha assolto dall’accusa di complicità nei furti il già citato Savastru e sua madre Maria Mester, 47enne romena che davanti ai giudici ha giurato di non aver saputo nulla dei colpi perché - ha aggiunto - era una semplice “escort“ ingaggiata per una vacanza a Londra dal capo della banda. Mester e il figlio, in ogni caso, in quei giorni di dicembre si precipitarono pure loro nei grandi magazzini Harrods facendo acqusti vari per oltre 3 mila sterline.  

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