Milano, in tribunale con il figlio e pena dimezzata: lo show di Fabrizio Corona

La sentenza in appello: da un anno a sei mesi di reclusione

Fabrizio Corona e il figlio Carlos

Fabrizio Corona e il figlio Carlos

Milano, 22 settembre 2018 - Uno show nello show quello di Fabrizio Corona, che ieri si è presentato in Tribunale accompagnato dal figlio avuto dalla modella Nina Moric. Anche Carlos, 16 anni, è stato «paparazzato» con il padre che se lo è tenuto accanto tra i flash dei fotografi e le telecamere. E poi, stavolta mantenendo la calma e confidando «nella giustizia», l’ex fotografo dei vip ha portato a casa un’oggettiva «vittoria» processuale. È stata l’ennesima giornata febbrile di Corona a Palazzo di giustizia, che si è conclusa con la Corte d’Appello che ha abbassato la sua pena da un anno a 6 mesi di reclusione, ma soprattutto ha confermato l’assoluzione dalle accuse principali (l’intestazione fittizia dei beni e la violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione) sugli ormai famosi 2,6 milioni di euro in contanti trovati nel 2016. Un verdetto salutato con palesi gesti di esultanza dall’ex re dei paparazzi, ancora prima che i giudici finissero di leggere il dispositivo: una manata sul banco, pugni chiusi, pacche sulle spalle e abbracci ai suoi difensori, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti. 

«Ho fatto due anni di galera per questa storia – ha detto al termine dell’udienza – e oggi mi assolvono ancora per i contanti. Mi hanno dato del mafioso, ma ora dedico questa vittoria a mio figlio». Già in mattinata, l’ex fotografo dei vip era apparso fiducioso e più sereno del solito. «Credo nella giustizia – aveva esordito – non ho più paura di niente ormai, vivo alla giornata e cerco di godermi gli affetti più cari». Il figlio, intanto, è rimasto fuori dall’aula coi collaboratori del padre, perché i minorenni non possono assistere ai processi. 

Corona si è anche scusato davanti alla Corte col sostituto pg Maria Pia Gualtieri, dopo averla insultata davanti alle tv nella scorsa udienza, perché aveva chiesto di alzare la pena fino a 2 anni e 9 mesi (in primo grado l’accusa chiese 5 anni). I giudici d’appello, invece, hanno confermato l’impianto della sentenza di primo grado del giugno 2017, del collegio presieduto da Guido Salvini, che aveva già spazzato via le contestazioni principali su quei 2,6 milioni trovati in parte nel controsoffitto dell’amica Francesca Persi (pena ridotta a 3 mesi) e in Austria, che lo avevano portato nuovamente in carcere nell’ottobre 2016. Corona era stato condannato a un anno, ma solo per un illecito fiscale su una cartella esattoriale non pagata. Ieri, la Corte gli ha anche concesso un’attenuante specifica, perché saldò il debito tributario prima dell’udienza preliminare, riducendo la pena. Dissequestrati anche assegni circolari per circa 50mila euro, dopo che la Sezione misure di prevenzione gli ha già restituito quasi 1,9 milioni, ma gli ha confiscato la casa che presto Corona dovrà lasciare. «Abbiamo stravinto – esulta l’avvocato Chiesa – probabilmente ricorreremo comunque in Cassazione per ottenere l’assoluzione piena». rocesso».

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