Coppia dell'acido, pene scontate per Martina Levato e Alex Boettcher

La coppia diabolica e il complice sconvolsero Milano, ma la Cassazione nega l’associazione a delinquere

Martina Levato e Alex Boettcher

Martina Levato e Alex Boettcher

Milano, 8 dicembre 2018 - Erano loro due, Alex Boettcher e Martina Levato. Non un’associazione a delinquere dunque, ma una coppia criminale. È quanto hanno stabilito i giudici della Cassazione, che ieri sera hanno reso definitive le loro condanne ma con piccoli sconti di pena avendo fatto cadere, per l’appunto, il reato associativo perché «il fatto non sussiste» anche per il loro complice Andrea Magnani. La pena per Levato è stata abbassata di sei mesi e fissata a 19 anni e mezzo di carcere. Per Boettcher di due anni dai 23 della condanna in secondo grado ai definitivi 21. E per Magnani a 8 anni, 9 mesi e 10 giorni contro i 9 anni e 4 mesi dell’appello. È quanto aveva chiesto ieri mattina il sostituto procuratore generale Luigi Birritteri. Erano Alex e Martina quelli capaci di buttare addosso l’acido e sfregiare per sempre gli ex amanti di lei, che solo così si sarebbe «purificata». Il terzo della banda, Andrea Magnani, era partecipe ma chissà fino a che punto consapevole. Nessuna associazione a delinquere fra loro dunque, ma tutti e tre complici nella serie di aggressioni con il liquido micidiale. Ecco perché, secondo il pg della Cassazione, la Corte doveva concedere un lieve ritocco di pena a tutti e tre vista la non sussistenza del reato associativo, che richiede la partecipazione di almeno tre persone allo stesso progetto. Dunque andavano annullate senza rinvio le condanne pronunciate dalla Corte d’appello di Milano in due processi separati, nel 2017, rideterminando le pene. E così è finita, proprio mentre Martina, ieri sera, era tra i detenuti addetti a servire il thè agli ospiti esterni che hanno affollato la rotonda del carcere di San Vittore per seguire sul maxi schermo la Prima della Scala.

Martina e Alex sono accusati di aver compiuto a Milano con l’aiuto di Magnani aggressioni con l’acido a Stefano Savi e Giuliano Carparelli. I getti micidiali risalgono al novembre 2014 e sfigurarono Savi (vittima di uno scambio di persona) mentre l’assistente fotografo Carparelli riuscì a sottarsi all’agguato. Prima c’era stato l’acido addosso allo studente Pietro Barbini, episodio per il quale Levato è già stata condannata a 12 anni di carcere e Boettcher definitivamente, lo scorso gennaio dalla Cassazione, a 14 anni di pena. Nelle motivazioni di quella pronuncia, i giudici romani descrivevano Alex come il «vero architetto» dell’aggressione con l’ acido a Barbini, ma anche con una «attiva partecipazione alla fase più strettamente esecutiva del delitto». Martina, d’altra parte, aveva gettato il liquido addosso al ragazzo. Non è  «rintracciabile» alcuna «incompatibilità logica» - scriveva la suprema corte - «tra il ruolo svolto da boettcher come ideatore e come compartecipe all’aggressione anche nella veste di agevolatore dell’azione esecutiva posta in essere materialmente» da martina, sua compagna all’epoca dei fatti, ed ex compagna di scuola di barbini. nella sentenza della corte d’appello milanese in discussione ieri, quella sulle altre aggressioni all’acido, per il giudice jole milanesi non si poteva invece parlare di «una coppia criminale» (alex e martina), ma di una «compagine associativa ben organizzata e strutturata» (magnani compreso) che aveva «lo scopo della purificazione della levato con l’eliminazione dell’identità fisica degli ex partners».

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