Disastro ferroviario di Pioltello, una ferita aperta

A due anni dal tragico incidente nella stazione di Pioltello l’amministrazione comunale omaggia i tre morti e i 46 feriti

Il disastro ferroviario di Pioltello

Il disastro ferroviario di Pioltello

Pioltello (Milano), 25 gennaio 2020 - Una scarica di scintille e il rumore stridente del treno inclinato che sferraglia contro la banchina del binario 4. Sono i ricordi indelebili rimasti nella testa dei tanti pendolari che il 25 gennaio 2018 si trovavano alla stazione di Pioltello in attesa di un treno. È una ferita ancora aperta per la città il bilancio di quel tragico incidente che, due anni fa, ha lasciato sul campo tre morti e 46 feriti. "Mi ricordo tutto di quel giorno - racconta Pietro Mirelli-, abito vicino alla stazione e dal mio balcone si vedono i binari dove il treno è deragliato. Era stata mia moglie ad avvertirmi che era successo qualcosa di pesante, si sentiva il rumore della gente che accorreva sul posto. Abito qui dal ’64 e una tragedia simile non è mai accaduta. Solo nei primi anni ’70 è deragliato un treno merci, ma non ci sono stati feriti. I vagoni erano rimasti lì per mesi, ricordo che per andare al lavoro dovevamo scavalcare il passaggio a livello e fare un giro molto lungo per superare quel treno".

Erano le 6 e 57 quando, quel terribile giovedì 25 gennaio, il treno 10452 è uscito dai binari. Tre vagoni impazziti sono andati a schiantarsi, uccidendo Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio, in viaggio con la figlia di 18 anni ferita, Ida Milanesi, 61enne originaria di Caravaggio, dirigente medico dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio ma residente a Capralba (Cremona). "Quella tragedia si poteva evitare - continua Pietro Mirelli -, i responsabili della manutenzione avrebbero dovuto assumersi l’onere di bloccare i binari e far riparare quel tratto che fa ceduti".

A mandare il treno in tilt è stato un pezzo di rotaia da 23 centimetri si è staccato dai binari, facendo sbandare il treno fino alla stazione e poi oltre, dove i vagoni si sono rovesciati, portandosi dietro il treno. "Il timore c’è sempre quando si sale su un treno", spiega Alexandra Avila. "Ci vorrebbe più sicurezza in generale, le telecamere non bastano per proteggere i viaggiatori - aggiunge Piero Cavallaro -. Io stesso ho assistito a una scena terribile: un ragazzo ha picchiato una ragazza per rubarle il cellulare e poi è sceso di corsa dal treno. È successo tutto così in fretta che non sono riuscito a fermarlo". In tanti ricordano. «Certo che non ho dimenticato quel giorno - spiega Massimiliano Bedon -, di solito prendevo il mio treno qualche minuto prima di quello lo vedevo sfrecciare sul binario. Il marciapiede è ancora rotto nei punti in cui i convogli hanno urtato la banchina, però se uno non ci fa caso non può immaginare cosa è accaduto quel giorno".  In due anni sono cambiate tante cose. "La stazione è cambiata - dice Samuele Cirilli -, è stata ristrutturata e ora è molto bella. Quando viaggio in treno mi sento abbastanza sicuro, a volte le situazioni accadono ma se ci facciamo bloccare dalla paura non si va più avanti".