Lezione di arabo alla scuola di Cernusco, il preside reagisce: "Attacco grave"

Dura presa di posizione di Nicola Ferrara dopo il "caso" sollevato dal consigliere legista Paola Malcangio

Paola Malcangio

Paola Malcangio

Cernusco sul Naviglio (Milano) - Non si placa la polemica sulle lezioni di arabo ai piccoli della Montalcini a Cernusco. Il consigliere leghista Paola Malcangio, che ha sollevato il caso palando «di uso improprio di soldi pubblici destinati all’integrazione di bimbi stranieri e non di italiani», segnala la vicenda al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e all’Ufficio scolastico regionale, l’ex provveditorato, confidando in un’ispezione. 

Ma il preside, Nicola Ferrara, in una lettera aperta sulla vicenda parla «di un attacco grave alla scuola». E di un’ingerenza politica tutta da stigmatizzare. A distanza, invita il Carroccio, senza mai nominarlo «a non strumentalizzare ragazzi e insegnanti». Il dirigente scolastico difende insomma l’operato dell’istituto. «In quella classe si è parlato di cultura araba per quattro ore in presenza di una mediatrice egiziana partendo da un’opportunità: la presenza di una bimba originaria di quel paese».

 «Così si incuriosiscono i piccoli allievi presentando tradizioni e usanze di una terra lontana, qualche caratteristica della religione islamica, parole e suoni della lingua araba. Si fa cioè intercultura in modo interessante e costruttivo, suscitando l’entusiasmo dei bimbi, e l’apprezzamento pressoché unanime dei genitori». «Ma per la politica no. O meglio: non per chi intende sfruttare la scuola a fini politici. Un’invasione intollerabile a livello pedagogico e didattico. E anche al nostro modo di intendere la convivenza in questo territorio e in questo Paese». Malcangio denuncia a propria volta: «Il dato più pesante emerso in questi giorni, è l’assoluta mancanza di rispetto per la famiglia della bambina, nata in Italia da genitori perfettamente integrati che non sono mai stati interpellati o coinvolti e che si sono visti usati come scusa per coprire un progetto-pasticcio. La mediazione prevede un diretto coinvolgimento della famiglia che, in questo caso, è mancato del tutto. Insomma un’overintegrazione proprio dove non c’era bisogno che ha finito per ferire tutti. Per questa ragione ho interessato il Miur». L’appello del sindaco dem Ermanno Zacchetti: «Teniamo fuori i bambini dalla battaglia politica, questa è una città aperta e solidale», è caduto nel vuoto. I tweet e le dichiarazioni non sembrano destinati a esaurirsi tanto in fretta. Il caso sbarcherà in aula. La Lega ha presentato un’interpellanza in proposito.