Cassina de' Pecchi, Sant’Agata perde anche il negozio di alimentari

E' allarme servizi. Ma dai banchi della maggioranza si fa strada una ricetta salva-frazione

SITUAZIONE CRITICA Cittadini e Comune sono preoccupati

SITUAZIONE CRITICA Cittadini e Comune sono preoccupati

Milano, 5 gennaio 2019 - Dopo la banca e il medico di base chiude l’ultimo negozietto di alimentari. A Sant’Agata è emergenza servizi. Ma dai banchi della maggioranza si fa strada una ricetta salva-frazione: «Destiniamo parte degli oneri frutto dei lavori previsti sull’ex Nokia al rilancio del borgo - dice il capogruppo Andrea Parma, del Partito Democratico -. La situazione è critica, nonostante i residenti siamo aumentati negli ultimi anni». Un paradosso? «No, alla base della moria di attività ci sarebbero ragioni economiche da parte dei gestori», aggiunge il consigliere, e non certo di potenziale mercato, che stando ai numeri non mancherebbe. «Dopo la crisi è ripartita anche l’edilizia, sono stati sbloccati gli interventi residenziali e artigianali, ma non basta». La popolazione cresce, ma il rischio è quello di trasformare questo lembo di territorio in un deserto di attività.

Neppure l’impegno dell’Amministrazione per scongiurare il peggio è servito a invertire la rotta – l’istituto di credito non ha cancellato la serrata l’ha solo posticipata - malgrado le proposte alternative arrivate dal Comune. Ora, non c’è più neanche il bancomat, con notevoli disagi per le famiglie costrette a prelevare il contante altrove». Da Sant’Agata se ne è andata anche la dottoressa, che continua però a visitare a Cassina. Il problema degli spazi per i medici di base e della carenza di camici a dire il vero riguarda l’intera zona. Vari Comuni hanno lanciato l’sos nei mesi scorsi. E un ordine del giorno sul tema era stato approvato l’estate scorsa dalla conferenza dei sindaci dell’Ats Metropolitana, chiedendo una soluzione rapida alla Regione.

In questo caso il problema non riguarda pensionamenti e mancate assunzioni, ma è tutto legato agli ambienti disponibili per ospitare gli ammalati e chi li cura. Si lavora a un’alternativa, quella del vecchio ambulatorio comunale in via 25 aprile, per adesso però la situazione è lontana dall’essere risolta. I pazienti devono quindi prendere l’auto se devono farsi prescrivere dei farmaci.

Ma non è finita: «Ora, chiude il minimarket – continua Parma – un problema serio soprattutto per gli anziani, che non hanno mezzi per muoversi e non sanno dove fare la spesa». «Investire sui quartieri significa farli rinascere e credo sia un dovere. Per questa ragione chiederò che una parte degli oneri frutto del rilancio dell’area ex Nokia venga destinata alle nostre periferie. È una scelta necessaria». Se i fondiserviranno sotto forma di incentivo alle aperture, di sgravi fiscali o di contributi diretti è ancora presto per dirlo. Per adesso, si tratta solo di una proposta che ha comunque lo scopo di accendere i riflettori su una situazione di disagio. Difficile pensare che una persona di ottant’anni, infatti, possa quotidianamente prendere la macchina per raggiungere un centro commerciale e comprare il pane, o fare acquisti in centro a Cassina.