Subsonica in tour con “Realtà Aumentata”: la nostra dimensione è il palco. Il gruppo si racconta a Soundcheck

Nel video format di QN-Quotidiano Nazionale i cinque musicisti, intervistati da Andrea Spinelli, raccontano l’ultimo album e il tour che sta per partire

Cinque musicisti, cinque personalità diverse che quando l’entità chiama diventano una cosa sola. Palco inteso, come nel video di “Un pugno di sabbia”, come un ring su cui si può finire pure al tappeto, ma ci si deve rialzare. Uno spazio di fisicità, di sfida costante, su cui Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio salgono il 3 aprile al PalaUnical di Mantova, prima tappa di un tour nelle cattedrali dello sport, che il 4 li vede impegnati pure al Forum di Assago, legato a doppio filo all’ultimo album “Realtà aumentata”.

"L’idea è quella di rendere l’esperienza del live completamente immersiva nella musica di questo nuovo album", spiegano Samuel e Casacci. "Questo con l’ausilio di un avventuroso palco meccanizzato, con pedane che s’innalzano fino a sei metri d’altezza, già testato grazie a visori di realtà virtuale capaci di farci vivere attraverso simulazioni le sensazioni che affronteremo durante il concerto. Nel disco ci sono Willie Peyote ed Ensi, parte di una famiglia che ci piacerebbe riunire pure sulla scena".

Reazioni a “Realtà aumentata”?

Samuel: "Un po’ di calore ce l’aspettavamo, ma a colpirci è stata l’intensità dell’abbraccio. Forse la gente ha ritrovato i Subsonica di un tempo; e non tanto sotto l’aspetto musicale, visto che il tempo passa e pure noi cambiamo, quanto per l’attitudine di una scrittura corale che pensiamo richiami fortunate esperienze del passato".

Che meccanismo è scattato stavolta?

Casacci: "Dopo un album come “8”, affaticato da personalità che non trovavano il desiderio d’individuare un terreno comune, ci siamo trovati a riflettere sull’opportunità o meno di proseguire il nostro percorso. Paradossalmente è stato proprio questo a farci provare la necessità di non abbandonare una storia di lungo corso e, soprattutto, la dimensione che ci ha tenuti assieme per tutto questo tempo: quella del palco".

Tutto è partito a Venezia con “Adagio” il film di Stefano Sollima.

Samuel: "L’invito di Sollima a comporre le musiche di questo film ci ha riportato indietro nel tempo, a quando creavamo musica sulla base solo delle nostre idee musicali, liberi da ogni costrizione discografica di forma e contenuti. E questo sguardo al passato s’è rivelato molto funzionale alla scelta di restare assieme e alla creazione di questo album".

“Afronauta (Africa su Marte)” racconta di quel 1964 in cui, dallo Stadio Indipendence di Lusaka, sarebbe dovuta partire la corsa al Pianeta Rosso dello Zambia battendo così sul tempo le imprese spaziali di Usa e Urss.

Casacci: "Abbiamo ripreso la storia di Edward Makuka Nkoloso, l’insegnante di scienze che vide fortunatamente naufragare il suo progetto (trattandosi di un razzo di lamiera), per parlare di qualcosa di più ampio; di quegli anni Sessanta segnati da grandissime utopie collettive di cui oggi si è persa traccia. Questa strampalata utopia spaziale dello Zambia ci racconta in modo molto colorato e un po’ decontestualizzato il coraggio di sognare, di immaginare imprese e avventure impensabili in tempi d’individualismo sfrenato. Così la frase “la realtà è aumentata quando l’utopia si è arrеsa” diventa un po’ il fulcro di tutto il progetto".

Oggi, intanto esce un ep del singolo “Universo” accompagnato da relativo videoclip girato all’Altec, la società di servizi ingegneristici e logistici aerospaziali di Torino.

Casacci: "È il brano più collettivo del disco, il suo cuore pulsante. Un impasto di suggestioni poi affidato ai remix di Indin Wells, di Ivreatronic e del collettivo Bufufer. Intanto già dalla settimana scorsa è su YouTube “Chiacchiere nella luce”, quattro episodi in cui riflettiamo con quattro ospiti diversi - Roberta Parigiani, Leone Orvieto, Elisa Casaleggio e Frida Affer - sui temi di un altro brano, “Mattino di Luce”".