Teva, i sindacati dichiarano guerra: "Stato di agitazione permanente"

Dopo la decisione dell’azienda farmaceutica israeliana di chiudere lo stabilimento produttivo

Dipendenti Teva di Nerviano (foto di repertorio)

Dipendenti Teva di Nerviano (foto di repertorio)

Nerviano (Milano) - Stato di agitazione permanente. I sindacati sono sul piede di guerra dopo che la Teva di Nerviano ha comunicato la chiusura, entro 15 mesi da oggi, del sito produttivo che la multinazionale del comparto farmaceutico, ha rilevato dal Actavis nel 2016 a Nerviano. Una decisione questa che sarebbe legata al calo dei volumi produttivi.

Per i sindacati invece, la decisione è dovuta ad una gestione discutibile in un settore che, nonostante la pandemia, ha sofferto decisamente meno di altri. "Con questa decisione – dichiara il segretario generale Uiltec Lombardia Fabio Pennati –, Teva sceglie di creare una crisi socioeconomica gravissima, contraddicendo i principi di responsabilità sociale. La chiusura annunciata del sito di Nerviano avrebbe un impatto per il territorio Insopportabile, in un periodo terribile come quello che stiamo vivendo nell’ultimo anno. Non assisteremo inermi a tutto questo, reagiremo mettendo in atto tutte le iniziative necessarie a far cambiare idea alla multinazionale. Pertanto come organizzazioni sindacali del gruppo, abbiamo proclamato lo stato di agitazione permanente. Nei prossimi giorni comunicheremo le azioni che intendiamo mettere in campo".

Grave preoccupazione è stata espressa anche dal sindaco di Nerviano Massimo Cozzi: "Stiamo parlando di un polo farmaceutico di assoluta eccellenza, che dà lavoro a circa 350 persone e rappresenta un fiore all’occhiello per il nostro territorio. Ci siamo subito attivati informando consiglieri regionali e parlamentari, convinti che regione Lombardia e il ministero delle attività produttive debbano subito occuparsi di questa situazione che coinvolge una importante multinazionale". Solidarietà è stata espressa anche da diversi sindaci di zona: "Ringrazio tutti i sindaci dell’Alto Milanese, subito messi al corrente e a completa disposizione per qualsiasi iniziativa si voglia prendere per salvaguardare questo importante polo produttivo. Da parte nostra, chiederemo subito un incontro con la proprietà e con i sindacati per capire e approfondire meglio la situazione e le motivazioni di questa scelta. Riteniamo fondamentale e imprescindibile il mantenimento in questa area di un polo farmaceutico e la totale salvaguardia di tutti i posti di lavoro, che hanno l’assoluta precedenza su tutto! Siamo di fronte ad un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che merita la massima attenzione e mobilitazione di tutto il territorio per non perdere una vera e propria eccellenza in un periodo già così difficile e complesso".

Dal canto suo la multinazionale israeliana leader nella produzione di farmaci equivalenti, ha fatto sapere che negli ultimi tre anni i volumi della produzione sono diminuiti. La Teva nel 2019 ha fatturato 16,89 miliardi di dollari.