Merate, 1 ottobre 2012 - Separazione consensuale tra Giuseppe Coletti, il sindacalista dell'Usb di 38 anni di Mezzago, e i vertici della Fomas di Merate che due settimane fa lo hanno licenziato in tronco con l'accusa di presunta "insubordinazione". Ieri, lunedì, al termine di serrate trattative è stata raggiunto un accordo conciliativo che prevede il ritiro del provvedimento estremo.

Dal canto suo il delegato dei lavoratori però non metterà più piede all'interno degli stabilimenti del colosso del ferro, almeno non come dipendente. Rassegnerà infatti le dimissioni volontarie per assumere l'incarico di funzionario regionale dell'Usb, Unione sindacale di base, nell'ambito del settore privato. Si dedicherà insomma a tempo pieno al sindacato.In base all'accordo non svolgerà più attivitá nemmeno sindacale in Fomas.

L'intesa da una parte garantisce a lui di godere dei diritti maturati, come ad esempio il Tfr, oltre che di mantenere pulito il suo stato di servizio e il curriculum, dall'altra evita ai responsabili della multinazionale di affrontare lunghe e dispendiose vertenze di fronte ai giudici del lavoro che avrebbero potuto concludersi anche con il pieno reintegro del delegato messo alla porta e il pagamento di un equo indennizzo per i soldi persi nell'attesa del termine dell'iter legale.

"Sono contento - commenta il 38enne, che ha presidiato i cancelli della Spa stazionando in un camper fino a quando non è stata traovata una soluzione soddisfacente per tutti -. Posso dedicarmi all'attività che più mi appassiona e mettere a frutto le competenze maturate".

La cacciata della tuta blu aveva scatenato l'immediata reazione degli oltre 300 colleghi, con uno sciopero di 8 ore e l'allestimento di picchetti e presidi, oltre che la condanna da parte di tutti i segretari delle organizzazioni confederate che hanno colto nel licenziamento del sindacalista un pericoloso precedente.