Merate, 20 settembre - Un delegato di fabbrica è stato messo alla porta in Brianza. Si tratta di Giuseppe Coletti, esponente della Usb, Unione sindacale di base, licenziato quest’oggi, giovedì, dai vertici della Fomas di Osnago, colosso multinazionale del settore metallurgico.

Il rappresentante dei lavoratori in passato si è reso protagonista di azioni di protesta che hanno fatto molto discutere, come un’irruzione nella sede Cisl di Merate il 6 ottobre 2012 e la restituzione della tessera della Fiom - Cgil per passare all’organizzazione indipendente dopo essere stato espulso dal “sindacato rosso” insieme a un collega della Marcegaglia di Lomagna proprio in seguito al raid negli uffici di quello “bianco”.

I motivi del drastico provvedimento, emesso sfruttando anche le nuove normative dovute alla revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, non si conoscono ancora, né i responsabili del Spa del ferro, che conta stabilimenti in tutto il mondo, hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Parrebbe che all’origine della decisione ci siano motivi di “insubordinazione”.

In un recente comunicato il sindacalista lamentava lamentava "pressioni indebite da parte di preposti ed elementi affini, utilizzando questioni personali tra individui, come questioni aziendali" e parlava anche di denunce ai carabinieri.

Nel giro di un paio di mesi è il secondo operaio licenziato alla Fomas. Il primo, un immigrato anche lui iscritto all’Usb, sarebbe stato lasciato a casa perché si sarebbe assentato per parecchio tempo senza avvisare nessuno e senza premurarsi di comunicare il prolungamento delle ferie.

Netta la condanna da parte dei colleghi che ora stanno valutando quali azioni intraprendere. nel frattempo hanno esposto un manifesto di protesta ai cancelli dell’azienda. La vicenda potrebbe avere ripercussioni anche sui rapporti interni con i movimenti confederati.