V-NOVA, ROUND DA SCINTILLE E NEVA LA METTE IN PORTAFOGLIO

Migration

HA SEDE A LONDRA ma radici italiane, è un’impresa innovativa e ha tutte le caratteristiche per diventare una billion company, cioè un’azienda che un giorno avrà una valutazione miliardaria sul mercato, macinando ricavi e profitti. Ecco l’identikit di V-Nova, società tecnologica che si occupa di compressione di flussi di dati, video e immagini e che ha appena beneficiato di un round di finanziamenti per ben 30 milioni di euro. Tra gli investitori che hanno deciso di sostenerla, con risorse per 5 milioni di euro, c‘è Neva Sgr, il venture capital del gruppo Intesa Sanpaolo dedicato al settore hi-tech, che è intervenuto nell’operazione attraverso il suo fondo Neva First. V-Nova ha infatti tutte le caratteristiche delle aziende che di solito entrano nell’orbita degli investimenti di Neva Sgr.

Si tratta infatti di un’impresa concentrata su tecnologie molto promettenti, che consentono di usufruire di una nuova e più ricca esperienza di interazione con le immagini e i video, con applicazioni molto vaste, dai social media alle video-conferenze fino ai contenuti in streaming sulla rete, solo per citare qualche esempio. Non a caso V-Nova ha già ottenuto oltre 300 brevetti internazionali e attualmente conta circa 70 dipendenti tra la sede principale a Londra e l’India. Lo sa bene Mario Costantini (a destra nella foto in alto, assieme al presidente Luca Remmert), amministratore delegato di Neva Sgr: "Siamo convinti che la società si affermerà presto sul mercato come protagonista e partner tecnologico di grandi player globali e siamo pronti a supportarla nei suoi futuri sviluppi", dice Costantini, ingegnere elettronico che lavora da anni nel gruppo Intesa Sanpaolo. Per molto tempo ha svolto il ruolo di esperto di tecnologie capace di scovare le innovazioni potenzialmente interessanti per la banca. Dallo scorso anno, con la nascita di Neva Sgr, Costantini si occupa però di individuare quelle tecnologie (e le aziende che le sviluppano con un elevatissimo potenziale di crescita), che rappresentano un’opportunità di investimento anche per i clienti del gruppo Intesa Sanpaolo (nel segmento degli investitori professionali). Si tratta appunto di un’attività di venture capital, partita con un obiettivo di raccolta di 250 milioni di euro per il primo fondo della società, Neva First, di cui 100 milioni provenienti dallo stesso gruppo Intesa Sanpaolo; "segno evidente", dice ancora Costantini, "che la banca crede molto in questo progetto. Neva Sgr è controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del gruppo dedicata all’innovazione e ha al momento un portafoglio di 12 investimenti: alcuni all’estero, in paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito e Israele dove le attività di venture capital sono molto sviluppate; altri in Italia, in aziende le cui attività e innovazioni possono avere ricadute positive per l’economia nazionale.

Nel portafoglio di Neva Sgr ci sono per esempio D-Orbit, una società della provincia di Como che si occupa di logistica spaziale e dei servizi di trasporto in orbita, che già ha alle spalle un track record ben collaudato e missioni di successo nel cosmo. Un’altra azienda hi-tech in cui ha investito Neva Sgr è Yolo che opera nel settore dell’insurtech, svolgendo attività di intermediazione assicurativa attraverso canali digitali. Senza dimenticare altre realtà molto promettenti come (rimanendo in Italia) Xnext, una società che produce e commercializza una nuova generazione di sistemi di ispezione ai raggi X, in grado di analizzare la composizione di un prodotto direttamente sulla linea di fabbricazione; oppure come Blubrake una startup che ha brevettato un innovativo sistema di frenaggio Abs anche sulle e-bike, le biciclette elettriche e a pedalata assistita oggi sempre più diffuse nelle città. Molto rilevanti anche gli investimenti di Neva Sgr all’estero, spesso assieme a grandi nomi del venture capital internazionale. Tra le aziende in cui la sgr guidata da Costantini ha investito c’è per esempio R3, una startup tecnologica statunitense che opera nel settore delle Distributed Ledger Technologies (DLT), cioè di quelle tecnologie, a cominciare dalla sempre più conosciuta Blockchain, che consentono di distribuire il controllo dei dati e delle informazioni tra molteplici soggetti.

A queste realtà promettenti si aggiunge dunque la già citata V-Nova che, pur avendo il quartier generale all’estero, ha come ceo e co-fondatore un manager italiano al 100%: Guido Meardi (a sinistra), ex consulente di McKinsey, che dice: "Il supporto ricevuto da Neva Sgr ci consente di proseguire nella nostra mission, ovvero creare una tecnologia di compressione dei video che consenta al maggior numero di utenti di accedere ai contenuti preferiti ovunque e su qualunque dispositivo". Le tecnologie si cui punta Neva Sgr spaziano dunque su vari campi. "Oltre a fornire finanziamenti e capitali", conclude Costantini, "a tutte queste aziende forniamo però anche qualcosa in più: il valore aggiunto che deriva dal network di relazioni con il mondo dell’industria e delle imprese, in Italia e all’esterno, di un grande gruppo internazionale come Intesa Sanpaolo".

Andrea Telara