Non fungible token, anche il lusso scommette sulla moda virtuale

Non fungible token

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Milano, 6 settembre 2021 - Il mondo del lusso scommette su un futuro sempre più ibrido, tra reale e virtuale. Il che significa l’acquisto di vestiti, scarpe e borse digitali, che non si potranno indossare nella realtà, ma di cui si ha la proprietà esclusiva. Come già accade nell’arte e nella musica, la parola chiave è Token, anzi ’Non Fungible Token’ (Nft) ovvero certificati, basati su una blockchain, che attestano l‘autenticità, l‘unicità e la proprietà di assetto digitale. "Grazie alla convergenza tra videogiochi, moda e criptovalute, l’innovazione genera una nuova mentalità e un ecosistema che ruota attorno al consumo di arte, moda e oggetti di lusso da collezione in formato digitale", sostiene Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity.

Il primo outfit virtuale Nft è stato venduto due anni fa, nel 2019, da una start-up olandese, The fabricant per 9.500 dollari. Si chiama ’Iridescence’, ed è composto da una tunica trasparente e iridescente, indossata sopra un paio di pantaloni d’argento. Kerry Murphy, fondatore del marchio, aveva espresso pubblicamente la convinzione che la sua azienda sarebbe stata la prima società di moda digitale miliardaria. Da allora, la pandemia ha dato un’accelerazione inaspettata al ’metaverso’, ovvero uno spazio virtuale, immersivo, condiviso, dove reale e virtuale si intersecano. E i brand della moda vi si ritagliano spazi sempre più ampi, anche con soluzioni fantasiose: ad esempio, a marzo di quest’anno sono bastati 7 minuti al marchio di scarpe da ginnastica digitale RTFKT (che si pronuncia ’artifact’) Studios per vendere, sul marketplace per Nft ’Nifty Gateway’, 600 paia scarpe digitali realizzate in collaborazione con l’artista FEWOCiOUS, per la considerevole somma di 3,1 milioni di dollari. L’operazione ha una particolarità, che la rende più unica che rara: ogni scarpa digitale è abbinata a una versione fisica. Ma non solo: grazie a una collaborazione con Snapchat, le sneakers virtuali possono essere ’indossate’ coi filtri della app.

I grandi nomi hanno cominciato per tempo a muoversi in questa dimensione che strizza l’occhio a Millennials e Generazione Z, già ’abituati’ all’acquisto di abiti e accessori per i videogames. A fare da apripista, nel 2019, è stato Louis Vuitton, con una ’capsule collection’ per il videogame ’League of Legends’. A maggio 2021, per i festeggiamenti del centernaio, Gucci ha utilizzato la piattaforma di giochi online Roblox per creare un’esperienza virtuale e immersiva nel metaverso ‘Gucci Garden’. L’Nft della borsa da collezione digitale Queen Bee Dionysus è stato venduto a 4.115 dollari, mentre quella ’fisica’, acquistabile in negozio, si ferma a 3.400 dollari. Ma non solo: sempre Gucci ha venduto per 25.000 dollari un video Nft con la collezione autunnoinverno 2021-2022.

I progetti per il futuro non mancano: Burberry ha appena lanciato i suoi i propri accessori Nft in-game per Blankos Block Party, un ’party game multiplayer’ della Mythical Games. Anche Vuitton ha annunciato il ritorno nel mondo del gaming, questa volta in collaborazione con l’illustratore americano Beeple, ovvero il terzo artista vivente più valutato del mondo, dopo Jeff Koons e David Hockney, dopo che a marzo l’NFT della sua opera digitale ’Everydays: The first 5000 Days, 2021’, è stata battuto da Christie’s a 69,3 milioni di dollari.

Ma non è tutto oro quello che luccica, in questa ascesa vertiginosa degli Nft (non solo legati alla moda). A partire dall’impronta ecologica: le blockchain richiedono grandi quantità di energia, proporzionale alla potenza di calcolo richiesta. Secondo Alex de Vries, analista per il sito Digiconomicst, un capo d’abbigliamento Nft ’costa’ oltre 100 volte l’anidride carbonica di una normale t-shirt di poliestere. La soluzione però, c’è: creare blockchain a minor impatto ecologico.