Malpensa nel mirino dei droni: traffico aereo bloccato e voli dirottati

È il secondo caso in due settimane, ora un protocollo

L'atterraggio di un aereo

L'atterraggio di un aereo

Malpensa (Varese), 2 aprile 2019 - Un puntino nel cielo via via più nitido che, a un controllo approfondito, ha assunto le sembianze di un drone. Un puntino che ha costretto le autorità per la sicurezza aeroportuale a dirottare quattro voli in arrivo all’aeroporto di Malpensa. Trenta minuti di lavoro in sinergia tra Polaria, Enav, Enac e Sea per scongiurare ogni rischio, a meno di un mese da un altro episodio simile, quando nei cieli dello scalo lombardo un misterioso elicottero aveva causato il blocco degli atterraggi per oltre due ore.

Ora è caccia ai “pirati” del cielo che, incuranti di regole e disposizioni, hanno causato disagi a passeggeri e compagnie aeree. Un giallo in piena regola. Si tratta solo, nel caso più recente, di qualche appassionato che, ansioso di provare il nuovo “gioco”, ha sconfinato nelle aree vietate al decollo dei droni e, in quello precedente, di un pilota distratto? Oppure c’è qualcosa di più inquietante? E, se fosse così, chi c’è dietro a queste violazioni degli spazi aerei? E il cielo sopra l’aeroporto della brughiera è sicuro? Tutte domande a cui dovrà rispondere la Polaria, attraverso accertamenti in collaborazione con le autorità di volo. I fatti di ieri mattina. Avvistato intorno alle 10.30, il piccolo congegno ha costretto le autorità dello scalo a mettere in atto il protocollo di sicurezza. Da un lato la segnalazione immediata a Polaria, che si occupa delle indagini, dall’altro ad Enav per la gestione del traffico aereo. Quest’ultimo ente, su indicazione di Enac che si occupa del coordinamento sicurezza, e ha comunicato ai piloti dei voli in arrivo di cambiare rotta, indicando di puntare su Linate (tre aerei) o Torino. Polaria si è messa immediatamente alla ricerca del proprietario del drone, che ora rischia una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Tutto risolto in poco meno di mezz’ora.

Ora, però, si lavora per evitare “repliche”. Per regolamentare il volo dei droni, già sottoposti alla normativa Enac visibile sul portale D-Flight dove mappe di tutta Italia delimitano le “no fly zone”, sarà tutto più semplice con l’avvento della piattaforma in via di realizzazione grazie a un protocollo sottoscritto da Enac, Enav e Leonardo, in partnership con altri. Un sistema di gestione del traffico aereo specifico per i droni che si tradurrà in un insieme di regole e tecnologie mixate per garantire la movimentazione sicura dei velivoli a pilotaggio remoto. L'obiettivo del nuovo servizio è quello di far coesistere in sicurezza il traffico aereo tradizionale con quello dei droni. Il settore, secondo gli stessi enti che gestiscono il traffico nei cieli, è destinato a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, con stime che vedono in circolazione sette milioni di droni a uso ricreativo e altri quattrocentomila utilizzati a fini commerciali da qui al 2050, solo in Europa. A oggi volare con un drone è vietato in corrispondenza di aeroporti commerciali, dove la distanza da osservare è di almeno 10 chilometri, mentre scende della metà per quelli privati. C’è chi però, forse anche con finalità di disturbo, si diletta a infrangere le regole. «Stiamo dialogando con la polizia, l’Aeronautica e gli aeroporti più grandi del paese per contrastare questo fenomeno», dice il vicedirettore generale di Enac Alessandro Cardi. «Il fenomeno droni vicino agli aeroporti crea una importante interruzione di pubblico servizio. Per evitare che diventi una questione di sicurezza - aggiunge - ho richiesto al ministero dell’Interno la costituzione di un tavolo sulla questione». Per il futuro si ipotizza l’allestimento di dispositivi che si attivino per eliminare i droni in volo su aree non autorizzate, iniziativa utile a bloccare chi sceglie di impiegare i dispositivi volanti per possibili obiettivi criminali. «Se un utilizzo del genere fosse premeditato, potrebbe trattarsi di un tentativo di minare il senso di sicurezza rispetto al traffico aereo», chiude Cardi.