Regioni in pressing sul Governo: "Incontro urgente per decidere sulle restrizioni"

Governatori divisi tra chi invoca limitazioni solo per non vaccinati, "per salvare l'economia", e chi come Zaia è scettico

Massimiliano Fedriga

Massimiliano Fedriga

Roma - Le Regioni sono in pressing sull'esecutivo. E spingono, ma con le dovute eccezioni, per restrizioni ad hoc solo per i non vaccinati per evitare nuove chiusure generalizzate che metterebbero ancora a rischio l'economia. "Oggi ho chiesto al Presidente del Consiglio, a nome della Conferenza delle Regioni, un incontro urgente con il Governo". A dirlo è il presidente, Massimiliano Fedriga, che sottolinea che "le Regioni sono preoccupate per il peggioramento dello scenario di rischio epidemiologico in alcune aree del Paese e anche per la ricaduta che tale situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sulle attività sociali, a pochi giorni dall'avvio della stagione turistica invernale e a poche settimane dalle festività natalizie".

La richiesta delle Regioni

"È urgentissima - sottolinea Fedriga - una comune riflessione Governo Regioni sulla tenuta delle regole attualmente vigenti che furono adottate in assenza dell'attuale percentuale di vaccinati e dello strumento della certificazione verde. L'obiettivo è quello di mettere in sicurezza sia il sistema sanitario, sia le attività economiche e sociali, anche per anticipare eventuali scenari di criticità. Occorre individuare interventi condivisi partendo dalla considerazione dei danni economici incalcolabili legati all'incertezza che i prossimi passaggi di zona rischierebbero di provocare alle attività e - conclude Fedriga - dobbiamo accelerare la campagna vaccinale, partendo sin da subito con la somministrazione della terza dose a tutti i cittadini". 

La posizione del Governo

"Bisognerà decidere quando fare l'incontro. Comunque presto". Così all'Adnkronos fonti dell'esecutivo, dopo la richiesta giunta dai governatori. Alcuni presidenti, in testa il governatore ligure Giovanni Toti, invocano il ricorso a un "doppio binario", con misure più stringenti per i no vax. 

Lockdown solo per non vaccinati

Come detto, la posizione dei governatori appare comunque sfaccettata. Tra i rigoristi il presidente ligure Giovanni Toti, che in un'intervista ad Avvenire spiega: "La maggioranza delle Regioni, dalla Liguria alla Toscana fino al Friuli-Venezia Giulia, non vuole chiusure contro nessuno. La nostra è una proposta aperturista: sono necessarie scelte di buon senso collegate ai numeri. Intanto servono due Green pass: uno per chi è vaccinato e uno per chi fa il tampone. Così, se non potremo giustamente impedire di lavorare a tutti, anche a chi con testardaggine non vuole vaccinarsi, potremo almeno decidere di aprire le attività secondarie, dai teatri ai cinema, dagli stadi ai centri commerciali, soltanto a chi ha il certificato verde con le due dosi fatte". "In un momento in cui i contagi stanno crescendo è importante avviare in tempi rapidi, entro 72 ore, un confronto con il Governo. In Conferenza delle Regioni ho chiesto che la divisione del Paese in zona gialla, arancione o rossa valga soltanto per i non vaccinati" ha detto poi Toti.

Zaia: "No al doppio binario"

 Il lockdown per i non vaccinati "ha oggettivi limiti costituzionali. Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori". A dirlo è il presidente del Veneto, Luca Zaia, in un'intervista al Corriere della Sera, parlando della proposta arrivata da alcuni presidenti di Regione. Alla domanda se il vaccino obbligatorio sia un tabù, Zaia risponde: "Qualcuno può forse pensare che in questo Paese si possano accompagnare i cittadini coattamente a vaccinarsi?".