Piacenza, due bambine infibulate. Indaga la Procura. La Lega: "I talebani sono fra noi"

Le bimbe, di origine straniera, sarebbero state infibulate durante le vacanze nel Paese di origine dei genitori

Una donna con il burqa (Ansa)

Una donna con il burqa (Ansa)

Due bambine residenti a Piacenza, figlie di una famiglia di migranti, sono state infibulate (una mutilazione genitale che rende impossibile i rapporti fino al matrimonio) durante un soggiorno nel Paese d'origine e la vicenda è finita in Procura.

Ne riferisce il quotidiano Libertà, spiegando che dall'inizio dell'anno le ginecologhe dei consultori familiari dell'Ausl di Piacenza e provincia hanno visitato una decina di donne che avevano subito una infibulazione.

La responsabile, la ginecologa Cristina Molinaroli, ha spiegato che le donne più esposte a questa pratica disumana arrivano soprattutto da Egitto, Somalia, Corno d'Africa e Yemen, Guinea a Mali, sud est asiatico e ultimamente Nigeria. Spesso sono le madri o i padri che portano le figlie nei loro paesi con la scusa delle vacanze e le bambine tornano con l'infibulazione, non di rado indottrinate a ritenere giusta una pratica che viene eseguita dagli 8 giorni ai 12 anni di vita.

L'infibulazione in Italia è punita secondo la legge del 9 gennaio 2006 e prevede pene fra i 4 e i 12 anni, visto che si è in presenza di lesioni gravi.

 "Il caso delle due bimbe infibulate scoperto a Piacenza è l'ennesima vicenda di soprusi sui minori stranieri in Italia per usanze tribali o precetti religiosi che nel nostro Paese non possono essere tollerati. In particolare, le mutilazioni genitali femminili sono una pratica brutale e vietata in Italia dalla Legge che viene spesso aggirata praticando gli interventi nel Paese d'origine come in questo caso. Quello di Piacenza non è purtroppo un caso isolato, come spesso riferiscono le autorità mediche. Quando ci indigniamo per la condizione della donna in Afghanistan, spesso ci dimentichiamo che i talebani li abbiamo da tempo anche in casa anche se non piace parlarne per non turbare il clima politicamente corretto e la narrazione multiculturalista». Così le deputate della Lega Elena Murelli, eletta a Piacenza, e la parmigiana Laura Cavandoli, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.