Boom di sigle sindacali sconosciute. E i contratti diventano un capestro

Il far west del lavoro: un accordo collettivo su tre è firmato da rappresentanze “scatole vuote”. In Brianza addetti alla sicurezza privata retribuiti 3,50 euro all’ora. Nei campi lo sfruttamento record

Lavoro (foto di archivio)

Lavoro (foto di archivio)

Milano - Addetti alla vigilanza privata con paghe di 3.50 euro all’ora in Brianza, una giungla nei capannoni della logistica e nei cantieri lombardi. Perfino i «responsabili a mansioni specifiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro», in prima linea nella prevenzione degli infortuni, hanno il loro contratto pirata. E il Far West del lavoro è un fitto elenco di sigle sindacali che si rivelano scatole vuote, nei settori più disparati. Su un totale di 919 contratti contratti collettivi registrati al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), ben 354 sono firmati da sindacati che non aderiscono a organizzazioni rappresentate al Cnel: più di uno su tre. Dietro ci sono sigle “fantasma“ o con pochissimi iscritti, a volte create a tavolino. Non rappresentano nessuno ma hanno il potere di firmare contratti che tagliano stipendi e tutele. Analizzando i settori, l’agricoltura su 58 contratti ne conta 27 firmati da sindacati non riconosciuti. 

I meccanici hanno 19 contratti pirata su 40, il settore «edilizia, legno e arredamento» 36 su 70, praticamente la metà. Nel comparto «aziende di servizi» ci sono 23 contratti pirata su 51. Situazione critica anche nel «terziario, distribuzione e servizi», lavoro domestico: 121 contratti pirata su 252. Dietro i numeri, le storie dei lavoratori costretti a subire sfruttamento e condizioni da fame. Esplodono casi come quelli dei facchini trattati «come animali» dalle cooperative che lavoravano per il colosso lombardo del commercio all’ingrosso di frutta e verdura Spreafico, sottoposto all’amministrazione giudiziaria nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano. Ed è finito in Tribunale, con una class action dei rider, il «contratto pirata» Assodelivery-Ugl per i ciclofattorini. Migliaia di casi, però, restano sommersi, in una zona grigia dove sotto la cornice di un contratto formalmente legale vengono cancellati diritti come ferie, congedi, scatti di anzianità e straordinari.

«Il fenomeno riguarda anche imprese che si occupano di servizi per ospedali o uffici pubblici – spiega Vincenzo Cesare, segretario lombardo della Uil – per effetto degli appalti al massimo ribasso. Chi lavora sulle ambulanze vive una condizione di illegalità diffusa, ci sono problemi enormi nella logistica e nei servizi. Serve una legge sulla rappresentanza che dia valore generale ai contratti firmati dai soggetti realmente rappresentativi». Tornando ai registri del Cnel, su 919 contratti ben 509 risultano sconosciuti al «flusso informativo Inps», attraverso il quale i datori di lavoro comunicano mensilmente quale contratto applicano e quanti dipendenti contano.  (1 – Continua)