Autismo, appello di tre papà ai Ferragnez contro le violenze sui disabili

Il musicista Elio, il giornalista Nicoletti e il comico Mimmo Pesce: potrebbero far capire ai ragazzi che picchiare i più deboli non è figo

Da sinistra, Nicoletti, Elio e Mimmo Pesce

Da sinistra, Nicoletti, Elio e Mimmo Pesce

Milano - Dopo il discorso di Fedez sul palco del concertone, con tutta la polemica sulla Rai e il tentativo di censura, per un paio di giorni non si è parlato d'altro. E dunque perché non "sfruttare" la potenza mediatica del duo Fedez-Ferragni per una buona causa? E' quello che devono aver pensato tre padri di ragazzi autistici -  il musicista Elio, il giornalista Gianluca Nicoletti e il comico Mimmo Pesce - che hanno fatto un appello ai Ferragnez per fermare le violenze sui disabili.

"Essere violenti e spavaldi con persone più deboli è da vigliacchi, non rende più fighi. E se a farlo capire ai ragazzi fosse un influencer e cantante noto e con molto seguito come Fedez forse il messaggio passerebbe di più", hanno rilanciato i tre papà durante la diretta online sul blog 'Per noi autistici' di Nicoletti.  La diretta si apre con un episodio che ha toccato i tre papà profondamente nella loro esperienza: a Roma una bambina disabile di 13 anni è stata brutalmente picchiata da un branco di coetanei. E' accaduto paradossalmente proprio il 2 aprile, giornata in cui tutto il mondo parlava di autismo, e l'audio con le urla strazianti colpisce. Mentre alcuni agivano altri riprendevano e postavano sui social l'episodio. 

"Dovrebbe crearsi - ha affermato Nicoletti durante la diretta - una categoria di influencer che possono fare quello che fanno tutti, ma che perlomeno siano sensibili a dare questa fetta di messaggio: se te la prendi con uno più debole sei un vigliacco non un figo. Se lo dicessero Fedez e la Ferragni il fenomeno ritornerebbe improvvisamente indietro. Se Fedez spendesse una parola - ha suggerito Nicoletti - per dire che chi se la prende fisicamente, con sberleffi, ingiurie, con le botte nei confronti di una persona disabile e più debole è un vigliacco, la cosa passerebbe son sicuro".

 "Serve una rieducazione - ha spiega Elio - perché bisogna spiegare ai ragazzi che per essere fighi devono essere talmente bravi da conoscere questi coetanei che hanno dei mezzi in meno e stargli accanto. Diventargli amici e fare in modo che conducano una vita migliore. Non riempirli di pugni. Bisogna parlare, ma anche senza essere troppo comprensivi: non ce la faccio ad esserlo con 10 bulletti che riempiono di botte una persona grande quanto vuoi, all'apparenza aggressiva quanto vuoi, ma che non riesce a difendersi. Se non li educano i genitori, vanno educati da qualcun altro".  "Dovremmo trovare dei testimonial - ha aggiunto Mimmo Pesce - degli opinion leader che in qualche maniera riescono a entrare in sintonia con questi ragazzi''.