Dpcm Natale, Fontana: no misure tipo Veneto, Lombardia può permettersi di non stringere

La decisione del governo slittata a venerdì. Il governatore lombardo: "In Veneto situazione peggiore, qui buoni numeri". E incalza l'esecutivo: "Servono certezze"

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

Milano, 17 dicembre 2020 - E' attesa per il nuovo Dpcm che stabilirà i paletti per il Natale 2020, segnato dall'emergenza coronavirus. Per il responso sulle norme per le feste bisognerà attendere domani. Il governo terrà ancora un giorno gli italiani con il fiato sospeso per le misure anti-Covid di Natale. "Abbiamo avuto una riunione che però è stata anche questa interlocutoria. Il Governo non ha ancora chiarito quale sarà la proposta - ha detto il governatore Attilio Fontana -. Lo farà domani tra mezzogiorno e le 3, quindi domani capiremo". "Quello che come presidenti del centrodestra abbiamo richiesto - ha aggiunto Fontana - è che ci siano certezze, che ci siano i ristori e che siano effettivi per tutte le categorie che subiranno dei danni da questa situazione". 

Il presidente lombardo esclude per la Lombardia proposte simili a quelle formulate dal presidente veneto (e compagno di partito di Fontana), Luca Zaia. "Purtroppo per Zaia la situazione dei numeri in Veneto è peggiore della Lombardia, io credo che noi abbiamo buoni numeri, quindi ci possiamo permettere di non restringere ulteriormente", spiega il governatore lombardo a margine della seduta di Consiglio regionale. In Veneto Zaia oggi ha disposto da sabato e fino al 6 gennaio il divieto di spostamento tra Comuni a partire dalle ore 14

Anche se le carte non sono ancora sul tavolo nel governo sembra prevalere la linea di circoscrivere la stretta da adottare durante le festività alle porte solo nei giorni festivi e prefestivi. Dunque vigilia di Natale, Natale e Santo Stefano (dal 24 al 26 dicembre), vigilia di Capodanno e 1 gennaio. Più 2 e 3 gennaio, perché si tratta di un sabato e una domenica. Dunque di fatto dal 31 dicembre al 3 gennaio. Saranno otto giorni in tutto con due mini lockdown. Tramontata, a meno di colpi di scena e ripensamenti, la proposta di chiudere dal 24 dicembre al 6 gennaio continuativamente come chiedevano i più 'rigoristi'. Le misure più dure sul tavolo dovrebbero dunque riguardare solo festivi e prefestivi e non un periodo continuativo, come chiesto, in particolare, dai ministri del Pd al tavolo ma anche dal responsabile della Salute Roberto Speranza. A spingere per una linea dura sì, ma evitando una zona rossa ''no stop'' sarebbe il premier Giuseppe Conte sostenuto, in questo, dal Movimento 5 Stelle.