Covid, basta bollettino quotidiano? Bassetti: mette ansia. Ipotesi al vaglio del Governo

Il sottosegretario alla Salute Costa: il numero dei contagi di per sé non dice nulla, proporrò una riflessione al ministro Speranza. Ma si accende il dibattito

Covid, terapie intensive

Covid, terapie intensive

Sono ormai quasi due anni che il Covid ha travolto le vite di tutti. E da altrettanto tempo, ogni tardo pomeriggio, gli italiani scoprono come sta andando la pandemia attraverso i numeri del bollettino emesso dal ministero della Salute. Il report quotidiano snocciola nuovi contagi, decessi, il tasso di positività, l'occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari. Quello di oggi, per esempio, parla di un nuovo record, che ormai si rinnova di giorno in giorno: la variante Omicron spinge il contagio verso 220mila nuovi casi nelle ultime 24 ore, mentre le 294 vittime rappresentano il picco della quarta ondata.

Una conta quotidiana che per qualcuno ormai non serve a nulla se non a creare ansia. E avanza il fronte dei "basta report", quelli che chiedono di evitare il  bollettino quotidiano dei dati perché "ansiogeno" e "inutile".

Il virologo Matteo Bassetti

Per Bassetti il report serale "non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l'ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a farlo. Che senso ha - chiede - dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l'andare in lockdown di tipo psicologico e sociale".

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa

Raccoglie l'appello il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che fa sapere di aver proposto "una riflessione" in merito al ministro Roberto Speranza: "Il numero dei contagi - spiega - di per sé non dice nulla, è necessario soffermarsi essenzialmente sui dati delle ospedalizzazioni e occupazione delle terapie intensive".

L'infettivologo Donato Greco (Cts)

Anche secondo l'infettivologo e membro del Cts Donato Greco "sarebbe un'ottima idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi, mi sembrerebbe naturale farlo. Noi del Cts stiamo discutendo del parlarne col Governo".

Il fisico Roberto Battiston

"Io credo che oggi ci siano due esigenze da tenere insieme. La prima che è il grande pubblico è bombardato da numeri e rimane spesso sconcertato e impaurito, quindi si può pensare di rilasciare il bollettino Covid ogni 2-3 giorni invece che tutti i giorni e meglio se corredato da un commento. Ma a fronte di questo, occorre che i dati siano sempre disponibili per la comunità scientifica, i tempi di raddoppio dei casi Omicron sono molto veloci e occorre quindi avere i report aggiornati". Lo sottolinea Roberto Battiston, fisico dell'Università di Trento, già Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana.

I contrari: Sileri e Pregliasco

Differente la posizione dell'altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. "Nell'immediato - osserva - e in attesa di evidenze conclusive sull'argomento, ritengo comunque utile una comunicazione puntuale e trasparente di tutti i dati disponibili, accompagnata da un'adeguata interpretazione che aiuti i cittadini ad orientarsi meglio in questa nuova fase della pandemia". Sulla stessa linea il il virologo Fabrizio Pregliasco. "Comunicare giornalmente il dato relativo ai contagi - osserva - rappresenta una posizione di trasparenza e la raccolta del dato in sé è fondamentale per la ricerca e la sanità pubblica. Siamo ancora in una fase di transizione, e non fornire oggi tale dato potrebbe facilitare un 'liberi tutti' a cui non siamo ancora pronti".

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