Caso Signoroni, è rischio caos in Provincia

Giovedì il primo Consiglio: rebus su chi presiederà

Mirko Signoroni

Mirko Signoroni

Dovera (Cremona), 24 settembre 2019 - Sempre ingarbugliato il caso Signoroni, il sindaco di Dovera eletto alla presidenza della Provincia, ma che si è scoperto, con lettera del segretario generale Maria Rita Nanni al suo ultimo giorno di lavoro, essere ineleggibile (e incandidabile). Ieri si è espresso il vice segretario generale Antonello Bonvini che ha ribadito l’ineleggibilità di Signoroni, nominando vicario il consigliere anziano, Alberto Sisti, e affermando che questa nomina si rende necessaria per evitare la produzione di atti che poi si potrebbero rivelare invalidi. Se infatti Signoroni firmasse provvedimenti, qualora venisse dichiarato ineleggibile, questi risulterebbero nulli.    Tutto a posto? Neppure per sogno perché Signoroni ha convocato un primo consiglio provinciale per giovedì prossimo nel quale si deve far fronte a scadenze urgenti. Ma in quell’occasione, chi avrà in mano il pallino? Il presidente o il vicario? E i consiglieri voteranno una risoluzione nella quale chiederanno a Signoroni un passo indietro (come annunciato la scorsa settimana) o staranno ad attendere? Un garbuglio che si potrebbe sciogliere solo con le dimissioni di Signoroni. Tutto chiaro? Inoltre il presidente eletto ha presentato un documento, datato 12 agosto. In esso, si tratta di un curriculum vitae, sono elencati gli incarichi ricoperti dal sindaco di Dovera, con ben chiaro anche la vice presidenza di Ato. Quindi, il segretario generale Maria Rita Nanni o lo sapeva o non ha preso visione del documento. Al di là di questo, il documento dovrebbe far cadere l’accusa di falso che la procura avrebbe emesso nei confronti di Signoroni. Arriva anche la voce di un avvocato esperto in materia elettorale, il quale sostiene che la prefettura non ha alcun titolo nell’esprimersi sull’eleggibilità del presidente, dato che sono questioni di competenza di un giudice. Infine la Lega ribadisce che Signoroni se ne deve andare lasciando il posto all’altro candidato, Rosolino Bertoni, il quale non ne ha alcuna intenzione, anche perché la richiesta sembra non avere alcun fondamento giuridico.