Niente psicofarmaci in cella: a Cremona scoppia la rivolta

Fuoco ai materassi, scatta lo sgombero di due sezioni su piani diversi Ottanta detenuti devono riversarsi nei passeggi. Ore per domare le fiamme

Carcere (foto repertorio)

Carcere (foto repertorio)

Cremona - Niente medicina? Fuoco alle brandine. È scoppiata nella tarda serata di venerdì la rivolta di alcuni detenuti del carcere di Cremona. Una protesta clamorosa innescata dalla mancata distribuzione di uno psicofarmaco. "Verso le ore 22, alcuni detenuti della Casa Circondariale di Cremona, sembra per protestare a causa della mancata somministrazione di uno psicofarmaco, hanno appiccato il fuoco alle celle. Le fiamme si sono propagate coinvolgendo due sezioni su due piani del fabbricato, il secondo e il terzo, rendendo necessaria l’evacuazione di circa ottanta ristretti, che sono stati condotti ai passeggi – spiega il segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio –. I Vigili del Fuoco, intervenuti a supporto della penitenziaria, hanno impiegato alcune ore per domare l’incendio. Il carcere è presidiato all’esterno dalle forze dell’ordine".

La direttrice della struttura, Rossella Padula, che si trovava a Roma per un impegno istituzionale quando sono scoppiati gli incendi, è rimasta per tutto il tempo in contatto telefonico con il comandante del reparto: "Posso dire che tutto è stato gestito con fatica ma nel migliore dei modi e con grande professionalità – ha spiegato –. Certamente è stato tutto molto complicato. Ora si stanno accertando le responsabilità". L’episodio di venerdì evidenzia una situazione più volte evidenziata a livello sindacale. "Nelle carceri da troppo tempo si vive l’inferno, talvolta, come nel caso di Cremona, non solo metaforico. Cambiano i Capi del dipartimento penitenziario, tre in due anni, ma non muta la disfatta dello Stato, che resta inerme di fronte allo sfacelo più totale. È evidente che la grave disfunzionalità del sistema non possa essere affrontata solo per via amministrativa, ma che occorrano gli interventi della politica", aggiunge il sindacalista.

«Ripetutamente abbiamo segnalato le gravissime criticità del carcere cremonese. Qui manca un comandante della Polizia penitenziaria titolare da circa tre anni e i disordini sono continui". E anche il Sappe, con il segretario nazionale Donato Capece, è intervenuto sulla vicenda: "Il provveditore regionale penitenziario della Lombardia, Pietro Buffa, ha clamorosamente sottovalutato gli ultimi eventi critici accaduti nel carcere di Cremona, ossia l’incendio doloso di celle che hanno costretto un poliziotto a finire in ospedale camera iperbarica e l’aggressione di un detenuto che ha tentato di strangolare un agente".