Morte di Mauro Pamiro: "Non archiviate"

Crema, in quattordici pagine l’opposizione dei genitori del professore all’iniziativa della Procura

Mauro Pamiro

Mauro Pamiro

Crema (Cremona) - Una relazione di quattordici pagine supporta l’opposizione dei genitori di Mauro Pamiro alla richiesta di archiviazione del caso presentata dal sostituto procuratore di Cremona, Davide Russo. Secondo la procura l’insegnante e musicista di Crema si è tolto la vita. Era stato trovato cadavere la mattina del 29 giugno di un anno fa, in un cantiere nelle vicinanze della sua abitazione. Era stata indagata come atto dovuto la moglie, Debora Stella. Adesso il pm chiede che la posizione della donna venga archiviata. L’avvocato Gian Luigi Tizzoni è il legale di parte offesa per il padre del professore, Franco. Marisa Belloni, la madre, è assistita dall’avvocato Antonino Andronico. Tizzoni ha affidato una consulenza al genetista forense Marzio Capra e al medico legale Giulio Federico Giovanetti. I due esperti ribadiscono una serie di interrogativi e ne aggiungono di nuovi. La lesione abraso-contusa sulla fronte del morto.

Non sono state eseguite analisi, per esempio con il microscopio elettronico, per accertare eventuali tracce rimaste nella lesione: in caso di riscontro positivo si sarebbe potuto pensare all’azione di un corpo contundente. La fuoriuscita di sangue ha sporcato il frammento di una tegola. Secondo i consulenti, questo non può essere un effetto di colatura, ma è stato dovuto a una "incauta movimentazione" del cadavere. La caduta ha devastato la spina dorsale. Le altre lesioni (quella frontale, ecchimosi ed escoriazioni) sono invece distribuite sulla parte anteriore del capo, del tronco, degli arti inferiori. Questo contrasta con la posizione del corpo in posizione supina. Secondo i consulenti è "azzardata" la spiegazione che queste lesioni siano dovute all’impatto violento del corpo con il suolo. Il terreno circostante era costellato di calcinacci.

Ma né sotto il corpo né sugli indumenti ne è stata riscontrata la presenza. In assenza di scale, suscita perplessità che Pamiro, affetto da una malattia neurologica (distrofia di Becker, caratterizzata da facile affaticabilità), sia riuscito a inerpicarsi fino alla sommità della casa in costruzione. L’avrebbe fatto a mani e piedi nudi, senza lasciare sull’impalcatura metallica alcuna traccia biologica e genetica. Secondo i consulenti della famiglia è documentata la presenza di sangue a livello degli slip, ma sono assenti lesioni corrispondenti nella regione anatomica pelvica. Sugli indumenti sono evidenti lacerazioni e strappi (anche sul collo della maglietta), ma non sono state rilevate tracce di sangue. Una imbrattatura di sangue sul cuoio capelluto per i consulenti può essere spiegata solo con un colpo ricevuto. Rimane senza spiegazione un imbrattamento nerastro sui palmi delle mani. Non sono stati cercati Dna e/o impronte nell’abitazione e sulle auto in uso a Pamiro e alla moglie.