Tornano i parti in città, il primario della maternità: "Crema recupera gli anni perduti"

C’è però un problema da risolvere presto, perché due chirurghi se ne sono andati. Uno è arrivato alla pensione, l’altro è emigrato a ShangaI

 Vincenzo Siliprandi, 48 anni, primario del reparto di ginecologia all’ospedale di Crema

Vincenzo Siliprandi, 48 anni, primario del reparto di ginecologia all’ospedale di Crema

Crema, 17 aprile 2019 - «Due anni e mezzo di lavoro stanno dando i loro frutti: siamo rientrati nei parametri medi regionali in merito alle complicanze chirurgiche, il numero dei parti è in netta ascesa e quello delle persone che decidono di restare a partorire qui è in aumento». Soddisfatto Vincenzo Siliprandi, 48 anni, primario del reparto di ginecologia all’ospedale di Crema che, con la sua équipe, si sta dando da fare per recuperare il terreno perduto. Un numero di nascite in grande decrescita per una decina di anni consecutivi, tanto da arrivare a dimezzare i parti nel reparto dell’ospedale cremasco, una percentuale di complicanze chirurgiche doppia rispetto alla media regionale e il 46% delle cremasche che preferivano partorire altrove.

«Oggi possiamo dire che la situazione è senz’altro positiva – riprende il primario. – Infatti, nei primi mesi di quest’anno abbiamo registrato oltre 60 parti in più. Percentuale molto alta, circa il 30% superiore rispetto allo scorso anno. Siamo rientrati in un solo anno nei parametri medi lombardi per quanto riguarda le complicanze chirurgiche: nel 2017 eravamo a una percentuale del 3.89, oggi siamo a 1.86 a fronte di un valore medio regionale di 1.89».

Il reaparto sta riconquistando la fiducia delle donne cremasche. Nel 2017 nel territorio sono nati 1155 bambini, dei quali 750 nel nostro ospedale; nel 2018 i nati sono stati 1034, dei quali 700 a Crema. Come si nota il gap si è abbassato, passando da 405 a 334. «Questo significa – sottolinea Siliprandi – che a percentuale di “fughe” all’esterno è passata dal 46% al 30% e nel 2019 le cose stanno andando ancora meglio». La grande eco della perfetta riuscita dell’operazione su una donna che presentava un complicatissimo caso di placenta percreta (un caso di 70mila) portato a termine con successo da Siliprandi con la sua équipe formata da 13 persone, ha avuto effetti molto positivi. «Sì, è stato un intervento molto complesso che siamo riusciti a portare a termine salvando paziente e bambino. Innegabile che questi interventi aiutino ad aumentare la fiducia». C’è un problema da risolvere presto, perché due chirurghi se ne sono andati. Uno è arrivato alla pensione, l’altro è emigrato a ShangaI. «Servono due rimpiazzi – conclude il primario – perché ora i numeri stanno diventando importanti».