Crema, Sakshi morta annegata. La tesi era ben fatta: "Chiediamo un diploma speciale"

I compagni della 19enne hanno esposto i suoi elaborati agli esaminatori della maturità

Sakshi Panesar viveva a Soncino

Sakshi Panesar viveva a Soncino

Crema -  Omaggio a Sakshi , la mite ragazza deceduta lunedì nel canale Vacchelli, scivolata in acqua e non più riemersa. E con lei finito nel canale il suo amico Hartik, anche lui annegato nelle pericolose acque del Vacchelli. Ieri Sakshi avrebbe dovuto esporre alla commissione d’esame di maturità, all’istituto Galilei in cui lei frequentava l’indirizzo di Chimica, la sua tesi sullo yogurt.

Per lei lo hanno fatto i suoi compagni, leggendo a turno un brano della tesi alla classe, presente in aula. Da loro è arrivato il fratello Anmol, che frequenta il terzo anno dello stesso Galilei. È stato accompagnato da un’insegnante in classe. Rappresentava la sua famiglia, in questo momento terribile. Sakshi sarà promossa e otterrà la maturità. La dirigente Maria Grazia Crispiatico ha già inoltrato la domanda al ministero. «So che in questi casi è previsto un diploma speciale - ha detto ai ragazzi - e ci sembra giusto richiederlo per Sakshi".

Poi la dirigente ha letto una lettera del provveditore Fabio Molinari nella quale si fa riferimento al grande dolore, ma anche alla consolazione che si deve trovare per andare avanti. Molinari ha citato le Scritture, dove personalmente trova pace e ha ricordato un brano: "Vegliate perché non sappiamo quando verrà il momento e non fatevi trovare impreparati". Al termine, anche un collegamento video con il provveditore, che ha salutato professori e ragazzi. Una cerimonia breve ma intensa. Anmol l’ha seguita spesso con la testa tra le mani, nell’assurdo ricordo di quel che non c’era più. Mentre i ragazzi leggevano, commossi, la tesi di Sakshi, lui era lì, ma forse con la testa era vicino alla sorella, che non c’è più. Sakshi era nata a Crema e qualche mese addietro a Soncino aveva preso la cittadinanza italiana. Ragazza schiva e mite viene ricordata con un sorriso da tutti. «Penso che il lockdown per lei sia stato più pesante - ha detto una insegnante - perché era una ragazza timida che probabilmente non aveva il coraggio di relazionarsi con le altre ragazze in questi tempi di isolamento". Ma la sua tesi era strutturata bene ed era esauriente, segno che l’argomento scelto era di suo gradimento.

Ieri il corpo di Sakshi è stato restituito alla famiglia. Resterà nell’obitorio dell’ospedale di Cremona, dove da questa mattina sarà possibile fare una visita. Poi domani la bara arriverà al cimitero di Soncino per una breve tappa e quindi ripartirà alla volta di Brescia. Secondo il rito induista, il corpo deve essere bruciato su una pira, le ceneri raccolte e poi sparse nel grande fiume sacro, il Gange. Il cadavere sarà bruciato nel tempio crematorio di Brescia e le ceneri restituite alla famiglia che le porterà in India, sul Gange, per adempiere alla tradizione.