Crema, errori e fretta. E il mistero di Sabrina è servito

L’esperto che ha studiato i resti delle vittime di Pompei: difficile confondere ossa umane con quelle di un cane, inspiegabile che non sia stato chiamato un medico legale

Pier Paolo Petrone, antropologo fisico e forense

Pier Paolo Petrone, antropologo fisico e forense

Crema (Cremona), 5 settembre 2020 - Un corpo umano carbonizzato può essere scambiato per i resti di una cane? È uno dei punti nodali del giallo di Crema, legato alla scomparsa di Sabrina Beccalli. È anche la prima domanda per Pier Paolo Petrone, antropologo fisico e forense, direttore del Laboratorio di Osteobiologia Umana e Antropologia Forense presso il Secondo Policlinico della Federico II di Napoli. Fra i suoi studi e ricerche, con importanti scoperte, quelli sugli effetti del calore sulle vittime dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei e Ercolano. 

Professor Petrone, è possibile una simile confusione?  «Per esperienza personale direi di no. Con un esame approfondito dei reperti, difficilmente si può sbagliare. Morfologia, consistenza, spessore dell’osso animale sono peculiari. E poi, c’è sempre l’esame istologico per la conferma. Nel caso di resti di un corpo esposto a lungo alla fiamma parte fondamentale hanno il grado di carbonizzazione e la frantumazione».  Quindi non può verificarsi la confusione tra umano e animale?  «Si può fare un’ipotesi per un eventuale errore. In genere, nelle vittime di incendio le estremità di braccia e gambe sono le prime a consumarsi. Diciamo che è sufficiente un’ora di fiamma continua. Per la vicenda di Crema, si potrebbe immaginare il corpo ridotto a un troncone, con monconi di braccia e gambe, e la testa esplosa. Una situazione del genere potrebbe avere ingenerato l’equivoco. È presumibile che sia stato prematuro distruggere il corpo. Mediante una serie di analisi si sarebbe potuto verificare la presenza di patologie, di fratture. Un accertamento fondamentale per il riconoscimento individuale».  I consulenti nominati dalla procura di Cremona lavoreranno su una trentina di reperti, fra cui una parte di mandibola con due denti. Secondo il difensore dell’uomo in carcere per l’omicidio di Sabrina Beccalli c’è anche una clavicola. Materiale sufficiente?  «Secondo me sì. Sia queste ossa che i denti sono significativi: non ci può essere equivoco tra uomo e cane. Questo esame poteva essere fatto sin dall’inizio».  Quali mancanze si sono verificate? «Rovesciamo l’ipotesi e ipotizziamo che quello fosse il corpo di Sabrina e non di un cane. Le indicazioni andavano cercate sul posto, documentando tutto quello che c’era in quel momento per capire cosa era successo. Strano avere pensato ad un animale. Invece si è dato per certo che così fosse. Si è agito in conseguenza di questa ipotesi. Ma le ipotesi vanno suffragate attraverso tutti i possibili accertamenti. Non capisco perché il corpo è stato distrutto in così pochi giorni. Mi sono occupato di vicende in cui il corpo della vittima non identificata è rimasto in cella frigorifera per mesi».  È mancato l’esame medico legale?  «In un caso come questo il primo a essere convocato è sempre il medico legale. Sarà poi lui a decidere se coinvolgere l’antropologo forense, se si presume si tratti di reperti ossei umani».