Salò, la rivincita di Marisa: "Con i miei hamburger 'pazzi' ho dato un morso alla crisi"

La 39enne ha vinto un concorso di cucina nonostante sia autodidatta con scelte azzardate :"Mi sono sempre rimboccata le maniche, anche durante la pandemia"

Marisa Filippini, 39enne bresciana con uno dei suoi hamburger

Marisa Filippini, 39enne bresciana con uno dei suoi hamburger

Salò (Brescia) - Nemmeno un minuto di corso di cucina. Figurarsi gli studi da chef. Ma se c’è da rimboccarsi le maniche non si tira indietro, anzi. A maggior ragione in tempo di pandemia. Se poi creatività fa davvero rima con qualità, e determinazione con occasione, il successo è servito. Tant’è, tanto che Marisa Filippini, 39enne di Salò, ha vinto un concorso con i suoi hamburger tanto pazzi quanto gourmet. E si appresta a volare alla finale a Rimini della “Burger battle”, organizzata da un colosso del settore come la danese Lantmannen. "Ho scelto due ricette molto azzardate e la giuria mi ha premiata anche per questo. Non nasco cuoca, non ho studiato, è tutto frutto del mio lavoro, fatto con fantasia e passione. Ho iniziato a 14 anni, ho aperto 4 locali fino all’Agorà Cafè di Salò, dove ho iniziato a fare anche un po’ di cucina e a sbizzarrirmi, dopo anni di bar serali e caffetteria".

La crisi, le restrizioni : ostacoli da affrontare a viso aperto. "Mi sono inventata i brunch, ho chiaramente puntato molto sul take away, ho avuto modo di aggiornarmi, documentarmi, rimanendo attiva e portando a casa quello che si poteva. Ho fatto tanta ricerca, sono un’autodidatta ma non per questo mi limito a fare il compitino. E ora raccolgo i frutti: il locale è sempre pieno e ho incrementato il personale". La passione (creativa) arriva dritta al cuore dei clienti. E della giuria della competizione: "Ho portato “Sette sfumature di Vesuvio”, un hamburger con sette ingredienti dai colori che ricordano il vulcano, dalla cenere alla nuvola di fumo ad esempio. Il mio bar è nato come caffetteria e ho miscelato le vecchie competenze con le nuove, mettendo insieme ad esempio mango e caffè". In finale, poi, altro azzardo: "Ho portato una reinterpretazione in chiave burger del cocktail “Mi-To“, che fa riferimento alle città di Milano e Torino. Dunque, nel piatto, anche una riduzione di bitter e una di vermouth. Con olio rigorosamente del Garda". La ricetta completa è chiaramente top secret.

Ma c’è qualcuno che ben la conosce: "Le mie “cavie” preferite, i calciatori della FeralpiSalò che ringrazio per la pazienza. Ma il mio grazie va a tutti quelli che hanno creduto in me". Tra questi, Fabrizio Moraschi, 49enne bresciano, promotore della competizione: "Vederla vincere rappresenta una grande gioia. Per me è un inno alla positività, invoglia ad andare avanti e a lottare. La politica ha aiutato poco il settore, ma adesso iniziamo a vedere la luce e a tirare un sospiro di sollievo, anche e soprattutto grazie a chi ha tenuto duro come Marisa. In passato ha vinto anche Marino Gurizzan, si vede che i bresciani sanno avere una marcia in più...". Marisa incassa e rilancia: "Può sembrare una sciocchezza questo successo e magari tornerò da Rimini senza nulla in tasca, ma per me aver vinto anche solo una tappa è fantastico. Non ho mai studiato, è tutto merito della passione, del “mazzo” che mi sono fatta, del carattere. Qualcosa che arriva, evidentemente". Eccome.