Profughi ucraini sfrattati dall'ex convitto Bim di Edolo: "Nessun intento punitivo"

Accordo raggiunto sugli spostamenti. La Prefettura: soluzioni migliorative, sono state aperte delle strutture specifiche che dovrebbero esser più confortevoli

Profughi ucraini a Edolo, nel Bresciano

Profughi ucraini a Edolo, nel Bresciano

Edolo (Brescia), 23 agosto 2022 - Via libera al trasferimento di 16 profughi ucraini dall’ex convitto Bim di Edolo, seguendo le esigenze degli ospiti. L’interlocuzione tra Prefettura di Brescia e il gestore, la cooperativa Rosa Camuna, ha portato a rimodulare l’elenco degli ucraini che andranno in alloggi loro destinati già nei mesi scorsi, tra Brescia ed il Garda. Nei giorni scorsi, i 16 si erano rifiutati di lasciare la struttura, come richiesto dalla Prefettura che deve d’altra parte gestire gli arrivi dal Nord Africa. "Spiace che la nostra richiesta sia stata vista come un dispetto – spiega Anna Chiti Batelli , viceprefetto vicario -. Non c’era niente di punitivo, nella nostra ottica il trasferimento era migliorativo. Abbiamo tenuto conto del nucleo famigliare, dell’ampiezza degli appartamenti, del minor radicamento sul territorio. Ci lavoriamo tanto, io in prima persona con le mie collaboratrici, senza guardare orario o festività, cercando di combinare tantissime esigenze".

Come è accaduto che, nell’elenco dei 16, siano state separate due sorelle? "Avevano cognomi diversi, una aveva preso quello del marito. Nel momento in cui ci è stato fatto presente, abbiamo rettificato la procedura di assegnazione. L’interlocuzione col gestore è stata continuativa. Avevamo chiesto dei suggerimenti preventivi che non ci sono arrivati, proprio per non disgregare, perché non vogliamo separare nessuno. Lo avevamo spiegato a sindaco e gestore, abbiamo massimo rispetto per tutti". D’altro canto incombono gli arrivi dal Nord Africa, che non possono essere destinati ai centri per gli ucraini rimasti vuoti.

"Facciamo un passo indietro. Noi abbiamo ospitato in emergenza i cittadini ucraini, inizialmente dove c’era posto. Poi sono state aperte delle strutture specifiche, che dovrebbero esser più confortevoli, a loro riservate". Attualmente, sono 200 gli ucraini accolti in Cas generici e specifici. "In realtà, tutti gli ucraini dovrebbero esser trasferiti in quelli specifici. È già stato fatto in altri contesti: è la prima volta che registriamo una reazione come questa. È chiaro che uno spostamento può essere sul momento non gradito, bisogna vedere anche come è stato presentato. Noi abbiamo fatto tutto con molta attenzione, estrapolando una parte minima di ospiti, quanto serviva per far fronte ad altre emergenze".