Omicidio Bailo, assassino per coprire le bugie: l’amante era diventata ingombrante

"Manipolatore e consumato mentitore": così i giudici descrivono l’ex sindacalista condannato a 16 anni di carcere

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Brescia, 22 gennaio 2021 - L’omicidio di Manuela Bailo è frutto di una "deliberata scelta" del suo amante "giunto a un redde rationem con le sue menzogne. Pasini ha scelto una via di uscita – esiziale e irrimediabile per lei ma tale da illuderlo sulla possibilità per lui di continuare a condurre la sua vita normale – da una situazione che egli stesso aveva creato". Lo scrivono i giudici della Corte d’appello – presidente. Giulio Deantoni – nelle motivazioni della sentenza di conferma della condanna a 16 anni per Fabrizio Pasini, l’ex sindacalista Uil che il 29 luglio 2018 a Ospitaletto uccise la collega con cui aveva intrecciato una relazione extraconiugale. Un "abile manipolatore e consumato mentitore", si legge nelle 47 pagine. "Probabilmente Bailo non ha sofferto nel momento in cui è stata uccisa, ma non dev’essere trascurata la soffrenza morale che ha patito per la condotta falsa, doppia e spregiudicata dell’imputato". E che dunque non merita alcuna attenuante.

«Una volta compiuto l’omicidio, Pasini si è mostrato all’altezza di gestire la situazione con una freddezza e un calcolo tali da rivelare una personalità del tutto impermeabile all’enormità di quanto commesso". Nel giudizio di secondo grado erano confluite le impugnazioni della difesa, che puntava al riconoscimento della tesi della morte accidentale per una caduta dalle scale, e quelle dell’accusa, convinta invece della premeditazione. Ma la Corte non si è discostata dalla lettura del gup, e ha cassato entrambe le istanze. "È provato che Bailo non morì per effetto del traumatismo patito al capo ma che le furono inferti uno o due tagli alla gola, e che questa azione lesiva fu commessa quando la giovane era ancora in vita (...). Non si vede davvero come si potrebbe credere a Pasini e al suo confuso e non lineare racconto". E ancora: "Bailo era determinata a passar la notte con l’amante, non è contradditorio prospettare come fatto dal giudice di primo grado che la volontà dell’omicidio si sia fatta strada nella psiche dell’imputato proprio nel momento in ci si rese conto dell’irremovibile e invincibile decisione dell’amica di passare con lui il resto della notte, così da mettere in cirsi le sue abituali strategie e soprattutto da rendere problematico il ritorno dalla moglie".