Il virus West Nile avanza in Lombardia: 24 casi in una settimana

Saliti a tre i morti per l’infezione, in aumento la forma neuroinvasiva (14). Presenza confermata in 15 pool di zanzare a Brescia, Mantova, Lodi, Como e Pavia

West Nile (Foto Ansa)

West Nile (Foto Ansa)

di Federica Pacella

Accelera la diffusione del West Nile virus a livello lombardo. Rispetto al totale nazionale e a regioni vicine come il Veneto, i numeri sono ancora bassi, ma il trend è in netta crescita ed ha subito un’accelerazione nell’ultima settimana. Secondo il bollettino dell’Istituto superiore di Sanità del 31 agosto, il sistema di sorveglianza attivato in risposta all’arbovirosi ha infatti rilevato 41 casi totali, in aumento rispetto ai 17 della settimana precedente. Salgono a 3 i decessi (a Brescia, Mantova e Cremona), 2 nuovi in una sola settimana, dopo il primo avvenuto a inizio agosto nel Bresciano; a livello nazionale, sono 22 le persone morte per causa della ‘febbre del Nilo’ nel 2022. Dei 41 casi lombardi, 14 sono forme neuro-invasive sui 192 totali a livello nazionale (6 in più in una settimana). Di questi, 4 sono a Brescia, 3 a Cremona, 1 a Lodi, 2 a Mantova, 1 a Milano, 2 a Pavia.

Sul numero complessivo ha un’elevata incidenza quello dei casi rilevati attraverso i donatori di sangue, in genere persone asintomatiche, che emergono proprio perché è attivato il sistema di monitoraggio per evitare che sangue infetto venga trasfuso. Nell’ultima settimana sono emerse 11 positività tra donatori di sangue che portano a 17 il totale da giugno (61 in Italia): 1 a Bergamo, 4 a Brescia, 3 a Cremona, 1 a Lodi, 3 a Mantova, 1 Monza, 3 a Milano, 1 a Pavia. Un bresciano, inoltre, è risultato sintomatico sui 6 in Italia, il primo in Lombardia da quando è stato avviato il monitoraggio del 2022.

Sui 127 casi con febbre in Italia, in Lombardia ne risultano 9, 6 in più rispetto alla rilevazione del 24 agosto: 2 a Brescia, 1 a Cremona, 4 a Lodi, 2 Mantova. La diffusione del virus, che viene trasmesso attraverso la zanzara comune, resta concentrato nelle zone di pianura, dove, complici la siccità e le alte temperature di quest’anno, le zanzare hanno trovato l’habitat ideale per la riproduzione: un ennesimo effetto dei cambiamenti climatici, che impattano drammaticamente anche sulla salute. La sorveglianza tra gli equidi ha confermato la presenza di 5 focolai tra Cremona (1), Mantova (2) e Brescia (2). Tra gli uccelli bersaglio (gazza, cornacchia grigia e ghiandaia) si è vista la presenza del West Nile Virus solo in un caso, una cornacchia a Milano; tra gli uccelli selvatici, il virus è stato individuato in 2 civette (una a Pavia, l’altra a Varese).

La sorveglianza entomologica, infine, ha confermato la presenza del West Nile in 15 pool di zanzare: 3 a Brescia, 1 a Lodi, 1 a Como, 5 a Mantova, 5 a Pavia. Tra gli animali (zanzare ed uccelli) è stata rilevata anche la presenza di Usutu virus, simile al West Nile, in 2 pool a Brescia ed in 1 a Milano.