Polaveno, gemelli e quasi assassini: tentarono di uccidere la sorella, scontro di perizie

Brescia, il processo ai due fratelli ora chiusi in carcere

I rilievi dei carabinieri

I rilievi dei carabinieri

Brescia, 17 novembre 2022 - ​Uscita dalla sala operatoria, la prima cosa che la sorella aveva chiesto era stata come stessero i suoi fratelli di 17 anni. Gli stessi che la notte tra il 19 e 20 febbraio l’avevano aggredita nel sonno con un’ascia e un coltello, lasciandola viva per miracolo. Volevano essere liberi di vivere una vita senza regole e per riuscirci erano pronti a far fuori lei - la sorella - madre e padre. Anche ieri, alla prima udienza del processo in abbreviato che si è aperto davanti al tribunale dei Minori, la 23enne si è avvicinata a entrambi per interessarsi delle loro condizioni, e ha scelto di non costituirsi parte civile.

Fuori dall’aula, invece, i genitori, precipitati nell’incubo di una storia surreale, con 2 figli imputati per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dalla parentela, dai futili motivi e dalla minorata difesa, e la primogenita parte offesa. Studenti in istituti professionali della Valtrompia - uno aveva lasciato da poco gli studi -, maggiorenni dall’estate scorsa, i gemelli di Polaveno quella notte si erano avventati come furie sulla sorella colpendola al volto, al collo, al torace, all’addome, alle braccia e alle mani mentre dormiva. Al culmine della violenza però, incapaci di andare fino in fondo, avevano desistito ed erano scappati. Prima di precipitarsi in strada avevano frugato nelle tasche del padre, che dormiva con la madre due stanze più in là, sottraendo qualche centinaia di euro. Erano poi stati fermati dai carabinieri all’alba del giorno dopo mentre vagavano sulla Statale a Ponte Zanano.

Interrogati dal pm, Maria Cristina Bonomo, confessarono tutto, rendendo dettagli definiti ‘sconvolgenti’ dagli inquirenti e dagli stessi avvocati difensori, Stefano Paloschi e Andrea Paternoster. Uno in carcere a Firenze, l’altro al Beccaria di Milano, nei mesi a seguire sono stati sottoposti a perizia psichiatrica su richiesta del pm. L’accertamento è stato svolto con incidente probatorio. I periti Sara Micheli e Gaia Trombini ieri hanno presentato in aula le conclusioni: i gemelli mostrerebbero i segni di una forte immaturità e di un disturbo di personalità, ma sarebbero comunque capaci di intendere e di volere, nonché pericolosi socialmente. Al contrario per la collega Laura Iozzino della difesa i problemi dei ragazzi influirebbero sulle condotte rendendoli incapaci di volere e di fatto semi-infermi di mente. Si prosegue il 18 gennaio con la deposizione degli imputati.