Depuratore del Garda: c’è l’accordo

Mozione Sarnico approvata in consiglio provinciale: congelata l’ipotesi di Gavardo e Montichiari

Tante le proteste contro il piano di costruzione del depuratore a Gavardo e Montichiari

Tante le proteste contro il piano di costruzione del depuratore a Gavardo e Montichiari

Brescia, 1 dicembre 2020 - Per la maggioranza, non necessariamente politica, è un passo avanti verso la soluzione della depurazione del Garda. Per altri (pochi) consiglieri, da Guido Galperti del Pd a quelli di Forza Italia, è un atto, con possibili conseguenze giuridiche, che rischia di mettere la depurazione del Garda su un binario morto. Fatto sta che, con 12 voti sui 13 presenti, dopo più di 5 ore di consiglio provinciale è stata approvata la mozione Sarnico, rivista dal presidente Samuele Alghisi che ha fatto sintesi delle indicazioni arrivate anche dalla Lega, che congela l’ipotesi di localizzare l’impianto a Gavardo e Montichiari. Il cuore della mozione è l’indirizzo strategico per cui, "in merito alle infrastrutture di depurazione, si adotta il criterio che persegua il principio generale che gli impianti consortili di depurazione siano localizzati nelle aree territoriali dei Comuni afferenti all’impianto stesso". Per i progetti in itinere, "il proponente dovrà entro 6 mesi individuare nuovi scenari di localizzazione sulla base dell’indirizzo strategico".

La valenza di principio generale dovrebbe aver messo al riparo la Provincia da contestazioni sulla sua competenza in materia. "Se questo atto fosse stato proposto un po’ di anni fa, forse non saremmo a questo livello", ha sottolineato Alghisi. Di fatto, nessuno potrà più pensare di costruire depuratori fuori dalle aree di riferimento. Nella pratica, è innegabile che l’impatto maggiore sia proprio sul progetto del Garda. Acque Bresciane ha sei mesi per individuare una nuova location sul Benaco: "Siamo a disposizione per verificare se esista un’ipotesi di localizzazione. Il progetto di realizzare due impianti, a Gavardo e Montichiari, resta un progetto valido e validato dal ministero dell’Ambiente. Se tuttavia emergesse un’alternativa più condivisa dai territori, questa consentirebbe di dare finalmente risposta a una necessità del territorio". Positivo il giudizio di Marco Apostoli, consigliere che si è sempre battuto perché l’impianto restasse nel territorio beneficiario della depurazione. "Andiamo oggi a scrivere qualcosa di importante - ha sottolineato -, ma non si abbandonino domani i territori del Chiese". La mozione ha incassato voti trasversali: dal centrodestra è arrivato il sì di Pasinetti, Tacconi, Vivaldini, Almici, Benedetti; nel centrosinistra, unica dichiarazione di non partecipazione al voto è stata, appunto, quella di Galperti. "Potrebbe mettere su un binario morto un progetto che ha già avuto il via libera da Ministero e due Regioni – ha sottolineato il vicepresidente della Provincia –, con questa mozione si porta indietro l’orologio, senza dare certezza sul futuro".