Bergamo, nuove povertà oltre il raddoppio

L’emergenza ha accresciuto ancor più la forbice tra chi gode di un discreto reddito e chi arranca

Caterina Delasa

Caterina Delasa

Bergamo, 3 giugno 2020 - L’attuale emergenza sanitaria provocherà un allargamento del disagio, della forbice tra chi continua a godere di un discreto reddito e chi, invece, si trova in difficoltà economica. Uno scenario di nuove povertà, come ha sottolineato la Cisl di Bergamo, commentando i dati forniti da Bankitalia: "Nonostante i sussidi del governo, circa la metà delle famiglie italiane ha subito un calo del proprio reddito a causa del coronavirus".

Mario Gatti, segretario Cisl, e Caterina Delasa, segretaria di Fnp Cisl Bergamo, sono convinti che l’allarme lanciato dal governatore Vincenzo Visco, nell’ultima relazione, sia ben visibile anche nella provincia di Bergamo. Già i dati del monitoraggio Caritas offrono un quadro del paese in cui si registra un aumento della povertà. "Chi era povero in passato oggi si ritrova inevitabilmente più povero, mentre chi si colloca appena al di sopra della soglia di povertà inizia a non disporre del necessario per poter vivere. Dai mesi di pre-emergenza a oggi – spiegano i due sindacalisti – si è registrato un aumento del 105% delle nuove povertà".

Colpite in modo particolare persone con un impiego precario, stagionale o irregolare. A fare la differenza in questo momento è la possibilità o meno delle famiglie di “attutire il colpo“ attingendo dai propri risparmi. E in tal senso i dati forniti dall’Istat dimostrano che in Italia quasi due terzi dei nuclei, il 62%, non riesce ad accantonare nulla fino a fine mese e che il 36% non è in grado di far fronte a una spesa imprevista di 800 euro.

Un’analisi dell’osservatorio socio-economico della Cisl di Bergamo sui redditi del 2018, fornito dal Mef, segnala che in provincia il reddito medio si attesta a 22.104 euro lordi annui, in leggero aumento sul 2017 (21.980 euro). In totale sono 162.113 (più del 20 % dei contribuenti totali) i soggetti che nel 2019 hanno avuto una imposta netta pari a zero, quasi 9mila in più dello scorso rilevamento. Sono prevalentemente contribuenti con livelli di reddito compresi in soglia di esenzione.

I lavoratori dipendenti, poi, vedono scendere il loro reddito 22.819 (era oltre i 23mila) così come i pensionati (che registrano una media di 17.573 euro). Più del 36% ha dichiarato entrate inferiori a mille euro netti mensili. "Questi numeri – ha sottolineato Mario Gatti – segnalano quanto la piramide sociale attragga sempre più verso l’alto un volume di ricchezza sempre maggiore, con la nefasta conseguenza che le differenze sociali aggravano una situazione pericolosa. Questi tre mesi passati nell’emergenza e i prossimi che non permettono scelte di grande sicurezza peggioreranno la situazione". "Fnp Bergamo – ha concluso la segretaria Caterina Delasa – da anni attua la politica della contrattazione sociale per definire interventi a favore delle fasce più deboli e fragili, patti antieversione e progetti per una più equa redistribuzione delle risorse da riservare alle fasce più deboli della popolazione e del welfare locale. Ci aspettiamo dai Comuni l’invito a riprendere al più presto la discussione".