Fontanella, chiuso centro d’accoglienza: migranti trasferiti

Gli ospiti spostati in altre strutture. Il sindaco Brambilla: "Mi sono subito attivato quando ho saputo dell’inchiesta della Procura"

Padre Antonio Zanotti

Padre Antonio Zanotti

Fontanella (Bergamo) - Chiuso nei giorni scorsi il centro di accoglienza Fenatica a Fontanella. I richiedenti asilo sono stati tutti trasferiti in altre strutture. Lo ha reso noto il comune di Fontanella in una nota. "Da oltre un anno – ha detto Mauro Brambilla sindaco di Fontanella – con il supporto anche di altri sindaci del territorio, a seguito della notizia apparsa sugli organi di stampa e relativa alle indagini riguardanti la cooperativa sociale “Terra Promessa“, che gestisce diverse strutture per migranti, e che hanno portato a una condanna per truffa aggravata ai danni dello Stato dei vertici della coop, chiedevo con insistenza la chiusura del centro". E aggiunge: "Non appena emersa l’inchiesta della Procura avevo immediatamente inviato una lettera al prefetto di Bergamo Enrico Ricci per chiedere in via cautelativa la revoca del contratto d’appalto in essere per la gestione dei richiedenti asilo e la chiusura immediata del centro di accoglienza".

Il 20 settembre del 2017 il centro di accoglienza era stato coinvolto in una vicenda giudiziaria. Un profugo ventenne proveniente dalla Sierra Leone e ospite della cascina aveva chiuso una operatrice di 26 anni in un bagno della cascina e qui aveva tentato di abusare di lei. L’operatrice venne salvata da altri due richiedenti asilo, ospiti della stessa struttura. Una vicenda che aveva portato alla ribalta delle cronache la galassia dell’attività fondata da padre Antonio Zanotti, 73 anni, finito nei guai per malversazione nella gestione dei fondi riservati ai migranti. Il filone d’indagine che aveva portato alla condanna dei vertici della cooperativa Rinnovamento tra cui padre Antonio Zanotti era del resto iniziato proprio dalla Cascina Fenatica.

Il padre fondatore della galassia di cooperative riunite sotto Oasi7 (Comunità Protetta Cooperativa Sociale Rinnovamento con sede ad Antegnate) ha patteggiato a 4 anni, condanna proprio in questi giorni è diventata definitiva. Gli restano da scontare 3 anni e 5 mesi, pena che dovrà scontare in carcere, dato che è stata respinta la richiesta di affidamento ai domiciliari. Ora si trova nell’infermeria del carcere di Bollate.