Bergamo, città invasa dai manifesti per il Bocia

Iniziativa degli ultras dell’Atalanta per chiedere la fine dei provvedimenti che vietano lo stadio a Claudio Galimberti

Uno dei manifesti inneggianti al Bocia

Uno dei manifesti inneggianti al Bocia

Bergamo, 16 dicembre 2018 - Pali della luce, cartelli stradali, pensiline, arredo urbano. Gli ultras dell’Atalanta da ieri hanno tappezzato la città di manifesti per chiedere la fine dei provvedimenti che vietano l’accesso alle manifestazioni sportive per Claudio Galimberti, per tutti “il Bocia”. Lontano dagli spalti della Nord ormai dal 2009, dopo gli incidenti a margine di Atalanta-Catania e ancora sottoposto al divieto d’accesso allo stadio, tra cumuli vari, fino al 2022.

Galimberti 46 anni, bergamasco di Redona, è un personaggio che spacca in due l’opinione pubblica cittadina: leader della curva nerazzurra da 15 anni, è uno dei volti più noti del mondo ultras a livello nazionale, ma è anche promotore di numerose iniziative solidali, per aiutare concretamente persone afflitte da malattie degenerative o invalidanti oppure per organizzare collette o raccolte di generi di conforto per le popolazioni appenniniche colpite dal terremoto.

Lo scorso 7 ottobre la curva atalantina aveva organizzato una marcia cui avevano aderito 2.500 tifosi, nelle vie circostanti allo stadio, prima della gara contro la Sampdoria, per rimarcare la loro solidarietà al Galimberti. Stavolta invece niente cori e fumogeni ma un diluvio di manifesti. Con un messaggio semplice in quattro parole: Rivogliamo Claudio allo stadio. E sullo sfondo le immagini della marcia del 7 ottobre. E sono annunciati anche cori allo stadio durante la partita di domani sera contro la Lazio.